Tokyo: il premier Abe apre ad un incontro con Kim Jong-un
Il primo ministro nipponico non esclude la possibilità di un incontro diplomatico diretto con il dittatore nordcoreano. Al centro della dichiarazione è la controversia sui cittadini giapponesi rapiti in Corea del Nord negli anni ’70. Shinzo Abe: “Vogliamo chiarezza”.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) - Il premier giapponese, Shinzo Abe, ha detto che 'potrebbe' incontrare Kim Jong-un. "Se un incontro potesse essere considerato utile al fine di ottenere il rilascio dei sequestrati e il loro ritorno in Giappone - ha spiegato il primo ministro mercoledì 15 maggio in parlamento - credo che dovremmo prendere in considerazione l'ipotesi di trattare".

Tra il 1970 e il 1980, quando in Corea del Nord governava Kim Il-sung, nonno dell'attuale dittatore, Pyongyang sequestrò 17 cittadini nipponici. Nel 2002 le autorità nordcoreane ammisero il rapimento di 13 giapponesi; cinque furono rimandati in patria e i restanti otto furono invece dichiarati morti. Mentre Pyongyang considera la questione risolta, Tokyo chiede chiarezza da anni.

In seguito alla vittoria elettorale del dicembre 2012, Shinzo Abe si è posto l'obiettivo di risolvere la questione dei sequestri. L'incontro diplomatico al quale ha aperto il premier nipponico, oltre a distendere le recenti tensioni tra i due Paesi, sarebbe finalizzato soprattutto a risolvere tale controversia.

Negli ultimi mesi, la Corea del Nord ha accelerato il proprio programma militare di nuclearizzazione. Il Giappone, assieme a Stati Uniti e Corea del Sud, è stato il principale destinatario delle minacce nordcoreane. Ad aprile, Pyongyang ha schierato le proprie rampe missilistiche sulla costa orientale del Paese, facendo salire il rischio di un attacco. Il governo giapponese, in risposta, ha predisposto alcune batterie di missili in pieno centro a Tokyo, dicendosi 'pronto a qualsiasi attacco'.

"Il nostro obiettivo fondamentale è risolvere la questione dei sequestri, la restituzione degli ostaggi, il loro ritorno in patria e la spiegazione della verità" ha concluso infine in parlamento il premier Shinzo Abe.