Baghdad (AsiaNews) – La Costituzione irachena deve assicurare l’identità musulmana dell’Iraq ma non deve introdurre la sharia, la legge islamica. E’ il risultato di un sondaggio realizzato in Iraq dall’International Republican Institute di Washigton nelle ultime settimane e reso noto pochi giorni fa.
La ricerca riguarda 1967 individui in 15 delle 18 province del Paese, escluse due a maggioranza sunnita (Al-Anbar, la zona di Ramadi; Ninive, quella di Mosul), e quella curda di Dohuk.
Il sondaggio evidenzia che per il 22,3% degli iracheni l’assicurazione dell’identità islamica del Paese deve essere il punto più importante nella futura costituzione. Seguono la protezione dei diritti umani (13,8%), la libertà di praticare liberamente la propria religione (10,8%) e la libertà d’espressione (8,9%). L’attuazione della sharia è chiesta solo dal 4,4% della gente.
Secondo i risultati del sondaggio, l’Iraq sta andando “nella giusta direzione” per il 61,5% degli intervistati; non è così per il 23,2% di loro. La percentuale dei pessimisti sul futuro del paese era molto più alta a ottobre scorso, quando superava con il 45,3% il 41,9 % di chi vedeva positivamente il futuro dell’Iraq. Interessante a questo riguardo le risposte nelle zone sunnite dove il 32,7% degli intervistati oggi si dichiara ottimista per l’avvenire dell’Iraq; prima delle elezioni di gennaio tale fascia era solo del 12%.
Tra i vari dati, il 53,2% degli iracheni interpellati temono per la sicurezza personale, il 65,7% si dicono fiduciosi per il futuro. Il 43% smentisce che viveva meglio prima della guerra anglo-americana contro Saddam Hussein.
Il problema attuale più sentito dalla popolazione è la mancanza di energia elettrica (19,6%) e la sanità (17,5%). Il 10,7% considera la presenza delle truppe straniere il problema più grave per il Paese.
Gli esponenti politici iracheni ricevono scarso apprezzamento dalle persone intervistate: il 72,9% afferma che non ci sono partiti o figure politiche con il quale condivide valori o ideali, mentre le personalità religiose sono le più ascoltate nel processo politico, con un indice di gradimento del 7,81 su 10.
Gli intervistati danno larga fiducia all’Assemblea nazionale provvisoria che deve redigere la nuova costituzione: il 70% afferma che il parlamento - riunitosi ieri per la prima volta - rappresenterà il popolo iracheno nella sua totalità. (LF)