Vulcano Rokatendo, ancora critiche le condizione dei duemila cattolici sfollati
di Mathias Hariyadi
Dal febbraio scorso hanno dovuto abbandonare le loro case per la fuoriuscita del magma. Una equipe medica li ha visitati e denuncia condizioni di abbandono e miseria. Governo centrale e autorità locali non intervengono per aiutare la popolazione. Dottoressa a Jakarta: per loro mangiare due volte al giorno è “un lusso”.

Jakarta (AsiaNews) - Migliaia di sfollati dall'eruzione del vulcano Rokatendo, avvenuta il 2 febbraio scorso sull'isoletta di Palue, sono ancora oggi in condizioni critiche e in piena emergenza, nell'indifferenza del governo centrale a Jakarta e delle autorità locali del distretto di Sikka. Si tratta di una zona remota e difficile da raggiungere dell'isola di Flores, nella provincia di East Nusa Tenggara, nella parte orientale dell'arcipelago indonesiano e, per storia e tradizione, a maggioranza cattolica. L'isolamento e le difficoltà di raggiungere i profughi non giustificano però l'ignavia e il disinteresse delle istituzioni, mentre la popolazione soffre per la mancanza di beni di prima necessità grazie ai quali sopravvivere.

Nelle scorse settimane un medico cattolico, la dottoressa Linda Nurtjahja, assieme ad altri colleghi della Facoltà di medicina dell'università di Atma Jaya a Jakarta, hanno visitato la zona teatro dell'eruzione e i campi profughi. E hanno visto una realtà che va "ben oltre l'immaginazione". La grande maggioranza delle persone, racconta, vivono "senza cibo sufficiente, acqua e vestiti". Mangiare due volte al giorno, aggiunge, sarebbe considerato un "lusso".

Sulla condizione degli sfollati del vulcano Rokatendo è intervenuta anche la diocesi di Maumere, che non nasconde i timori per la sopravvivenza della comunità, in particolare per quanti risiedono nell'isola di Flores. P. Yoris Role, direttore dell'agenzia diocesana per le operazioni di soccorso e recupero, conferma che sono "almeno 2mila" le persone in condizioni precarie, sparse per le decine di aree di accoglienza del distretto. "Sono rifugiati di Palue", aggiunge, ed è dovere delle autorità provvedere alla loro cura. I sacerdoti della diocesi si appellano alle autorità di Sikka, che intendono spostare i profughi in tre nuovi centri a Hewuli, Patisomba e Wuring. "Il piano di evacuazione non è ancora completo - sottolineano - e le condizioni previste nelle tre aree non sono certo ideali per la presenza [permanente] di esseri umani".

Alto circa 875 metri sul livello del mare, il vulcano Rokatenda già in passato ha creato seri problemi alla popolazione dell'isola. L'eruzione più disastrosa della storia recente risale al 1928, quando alla fuoriuscita di lava e fumo è seguito anche un potente tsunami. Del resto l'arcipelago indonesiano è formato da migliaia di isole e atolli immersi nell'Oceano Pacifico e fa parte di un'area detta dagli scienziati "Anello di fuoco". Essa è caratterizzata da un'intensa attività tellurica e vulcanica, causata dalla collisione delle diverse placche continentali. Nella memoria della gente è ancora vivo il ricordo del devastante terremoto e del successo tsunami che ha colpito la regione nel dicembre 2004, con epicentro al largo dell'isola di Aceh, causando centinaia di migliaia di vittime in tutta l'Asia.