Xi Jinping vara alcune leggi interne al Partito comunista: le prime dal 1921
Forse è un tentativo di Xi Jinping di moralizzare il Pcc, in crisi di legittimità per abusi di potere e corruzione. Ma vi è il rischio di un doppio binario: le leggi del Partito e quelle dello Stato.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Per la prima volta dal 1921, l'anno della sua fondazione a Shanghai, il Partito comunista cinese (Pcc) ha varato alcune leggi interne che stabiliscono le responsabilità dei diversi settori dell'organizzazione. Diversi analisti vedono in questo il tentativo di salvare il Pcc da una profonda crisi di legittimità.

Le regole pubblicate tre giorni fa spiegano le procedure attraverso cui vengono formulate le leggi del Partito: chi è autorizzato a stenderle, chi ad approvarle, chi a emendarle o abolirle.

Secondo alcuni analisti, la pubblicazione mostra l'intenzione del segretario generale Xi Jinping di sottomettere il Pcc alla legge e alla costituzione. Da sei mesi, da quando egli è stato eletto capo del Pcc, Xi continua ad affermare che i membri del Partito - bollati da corruzione e abusi di potere -  devono sottomettersi alla costituzione e alle leggi del Paese.

Le sue affermazioni sono state spesso disattese: avvocati e attivisti per i diritti umani che si fanno forti della legge contro membri del Partito, vengono penalizzati o perdono le cause; all'ultima Assemblea nazionale del popolo, si è ribadito che l'amministrazione della giustizia deve servire anzitutto il Partito.

Le nuove regole affermano che le leggi interne del Partito non devono essere in opposizione con la costituzione o con le leggi nazionali. Ma alcuni analisti mettono in luce proprio questa contraddizione: come mai per il Partito occorrono leggi interne speciali, diverse da quelle per tutta la popolazione.

Il prof. Gu Su, esperto di leggi costituzionali all'università di Nanchino, afferma che le nuove regole "sono un passo significativo della nuova leadership per introdurre lo stato di diritto nell'organizzazione dei membri del Partito, mentre vi è una crisi di legittimità dovuta alla diffusa corruzione e abuso di potere".