Tokyo in concorrenza con la Cina per il commercio con l'Africa
Nel 2011 la Cina ha avuto scambi con l'Africa per 138,9 miliardi di dollari: cinque volte la cifra raggiunta dal Giappone. Tokyo necessita di petrolio, terre rare e mercati per i veicoli e l'alta tecnologia. Al varo alcuni progetti agricoli, educativi e per la sicurezza della navigazione vicino alle coste somale.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) - Dall'1 al 3 giugno si tiene nella capitale giapponese una Conferenza internazionale sullo sviluppo africano, voluta dal governo di Shinzo Abe. L'incontro quinquennale, a cui partecipano più di 50 leader africani, è uno dei più grandi eventi sul tema. Il premier giapponese, che incontrerà per colloqui a due almeno 40 degli invitati, spera di ritagliare spazio nel commercio con il continente, dominato dalla presenza cinese.

Il Giappone è alla ricerca di risorse, mercati e influenza e la crescita delle economie africane interessa l'export giapponese, come pure  il gas naturale e il petrolio, dopo la chiusura delle centrali nucleari, seguita al disastro di Fukushima.

Secondo il ministro degli esteri nipponico, nel 2011 il commercio fra Africa e Cina la Cina ha raggiunto la cifra di 138,6 miliardi di dollari Usa, cinque volte la cifra raggiunta da Tokyo.

Al presente il Giappone compra dall'Africa metalli e combustibili ed esporta veicoli e macchinari. Ora il governo vorrebbe commerciare anche in terre rare, per terminare la dipendenza dalla Cina, massimo produttore di questi minerali ed è pronto ad offrire assistenza per impianti con macchinari ad alta tecnologia, soprattutto in Sudafrica.

Finora, però, il Giappone, afflitto dalla crisi economica, si è molto ritirato su se stesso. In questi sei mesi, da quando è in carica, Shinzo Abe non ha visitato alcun Paese africano. Invece, il presidente Xi Jinping, in carica da marzo,  ha già visitato Tanzania, Repubblica del Congo, promettendo prestiti per 20 miliardi di dollari.

Alla tre-giorni Shinzo Abe presenterà alcuni progetti di sviluppo agricolo nell'Africa sub-sahariana e di educazione tecnica per operai specializzati, oltre a progetti per la sicurezza della navigazione vicino alle coste della Somalia.