Stoccolma (AsiaNews/ Agenzie) - Mentre le principali potenze nucleari riducono i loro arsenali, Cina, India e Pakistan aumentano le loro testate atomiche. A rivelarlo è l'annuale rapporto dello Stockholm International Peace Reserch Institute (Sipri), istituto svedese per la pace. Secondo il documento Pechino ha accresciuto il suo potenziale atomico di 10 unità, passando da 240 nel 2011 a 250 a fine 2012, piazzandosi al quarto posto nella lista delle potenze nucleari. New Delhi e Islamabad aggiungono invece al proprio arsenale 20 testate ciascuno: da 90 a 110 per l'India e da 100 a 120 per il Pakistan.
Il Sipri nota che la corsa alle armi di distruzione di massa dei tre colossi asiatici, mina la già fragile stabilità del continente. Il Medio oriente è sconvolto dalla guerra in Siria; in Asia del sud continua invece il confronto fra India e Pakistan sul territorio conteso del Kashmir; nella Asia del'Est la Corea del Nord prosegue con i test dei suoi missili balistici, che fanno paura ai Paesi confinanti; nel Mar Cinese meridionale crescono le dispute sulle acque territoriali fra Cina, Giappone, Taiwan, Vietman e Filippine.
Solo le due vecchie superpotenze hanno tagliato le loro testate: la Russia ha ridotto i suoi missili balistici di 1500 unità, passando da 10mila a 8.500; quelle degli Stati Uniti calano invece di 1300 unità, da 8mila a 7.700. La Francia non fa registrare variazioni, restando ferma a 300 testate. Stabili anche la Gran Bretagna, con 225, e Israele con 80.
Il rapporto del Sipri non tiene conto delle due possibili nuove potenze nucleari: Corea del Nord e Iran. Per l'istituto i loro programmi sono ancora nelle fasi iniziali e quindi non quantificabili.
Dal documento emergono altri dati allarmanti. Se da un lato Stati Uniti e Russia hanno distrutto i propri arsenali chimici, dall'altro vi sono sospetti sull'utilizzo di gas sarin in Siria. Il Sipri denuncia che la lotta fra sunniti e sciiti in corso in Siria, sta avendo effetti devastanti anche in Libano e Iraq.
Altro dato relativo all'Asia è la crescita del traffico internazionale di armi, con la Cina che ha superato la Gran Bretagna, diventando il quinto esportatore al mondo dopo Stati Uniti, Russia, Germania e Francia.