Hong Kong, concerti e sconti per boicottare la marcia del 1° luglio
Dal 1997 ogni anno la popolazione del Territorio scende in piazza per chiedere democrazia e diritti civili alla Cina continentale. Il governo locale, sostenuto da Pechino, cerca di limitare l’affluenza offrendo prezzi stracciati nei negozi e un grande concerto con le star coreane, che però stanno pensando di disertare.

Hong Kong (AsiaNews) - Nel tentativo di boicottare la grande marcia democratica del primo luglio, il governo di Hong Kong ha organizzato per lo stesso giorno un grande concerto a prezzi stracciati e ha consentito ai negozi di offrire "sconti liberi" ai clienti. Ma la popolazione del Territorio ha reagito chiedendo alle star della musica di boicottare il concerto.

La marcia del primo luglio parte dal Victoria Park per arrivare all'Ufficio del governo cinese di Hong Kong a Central. Iniziata nel 1997, come contrappunto al riotrno di Hong Kong alla Cina, è oggi un evento annuale in cui si esprime il malcontento locale sulle questioni sociali e politiche. Nel 2003 più di 500mila persone si sono unite alla marcia per fermare una legge sulla sicurezza (Art. 23) e chiedere le dimissioni di alcuni alti dirigenti pubblici. Con gli anni la partecipazione si è affievolita ma non è mai scesa sotto i 150mila partecipanti. Il governo centrale di Pechino teme questo appuntamento perché esso - a differenza della marcia che commemora la strage di Tiananmen - porta avanti le richieste democratiche del Territorio per il futuro.

A organizzare la marcia è il Fronte per i diritti umani e civili, una coalizione di gruppi di cui fanno parte anche organizzazioni cattoliche, che chiedono il suffragio universale per l'elezione del capo dell'esecutivo e dei deputati del Territorio; la fine dell'egemonia delle corporazioni commerciali, che ha causato un aumento crescente della disparità fra ricchi e poveri e una maggiore indipendenza dalle politiche imposte dalla Cina continentale.

Quest'anno il governo ha fatto coincidere con la marcia l'Hong Kong Dome Festival, grande appuntamento musicale con la presenza delle star del K-Pop, la musica sudcoreana molto amata in tutta l'Asia orientale. I biglietti dell'evento costano di solito 1000 dollari di Hong Kong (circa 100 euro): quest'anno sono invece in vendita a 99 dollari (poco più di 9 euro). Anche se i 18mila accessi sono stati tutti venduti, molti fan hanno chiesto tramite internet alle star dell'evento di non partecipare e hanno annunciato che sfileranno con il biglietto attaccato al collo.

Fong Ka-lok scrive: "Rispetto e apprezzo gli sforzi dei sudcoreani, che manifestano sempre contro le ingiustizie del loro governo. Spero che voi capirete la nostra situazione e riconsideriate l'idea di suonare. Il governo vuole usarvi per sminuire l'evento democratico". Diversi artisti hanno risposto in maniera positiva alla richiesta dei cittadini di Hong Kong e "stanno ragionando" su cosa fare per sostenerli.  

Polemiche anche per la proposta dell'Associazione dei commercianti del Territorio, che hanno approvato la decisione di offrire "grandi sconti" per il primo luglio. Diversi proprietari hanno dichiarato che "non intendono scoraggiare i marciatori", ma hanno comunque confermato le offerte commerciali.