Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) - La diga di Xayaburi (nord del Laos) e i molti altri impianti per la produzione di energia realizzati lungo il corso del basso Mekong, il più importante fiume del sud-est asiatico, rischiano di portare all'estinzione del pesce gatto gigante. È quanto denuncia il World Wildlife Fund (Wwf), pubblicando i dati di uno studio recente. Considerato uno dei "più grandi" - raggiunge fino a tre metri di lunghezza e 300 kg di peso - e dei "più rari pesci di acqua dolce", percorre centinaia di chilometri, dalla Cambogia al nord della Thailandia per deporre le uova. Tuttavia, gli sbarramenti costituiti dalle dighe potrebbero cancellare per sempre la specie dal suo unico ed esclusivo habitat naturale.
Fra i molti impianti, realizzati o in fase di costruzione, il più temibile per il pesce gatto gigante è proprio la diga di Xayaburi, che diventerebbe una sorta di "barriera insuperabile" per il migratore. Dalle ultime stime rimarrebbero meno di duecento esemplari, incapaci di superare - aggiungono gli esperti Wwf - le "grandi barriere costituite dalle dighe", per raggiungere le aree del nord dove è solito riprodursi.
Fino al 1990 il pesce gatto gigante era diffuso lungo tutto il corso del fiume Mekong, dal Myanmar al sud-ovest della Cina. Negli ultimi due decenni la popolazione è diminuita con crescente velocità e oggi si limita ad alcuni tratti che attraversano Laos e Cambogia. I governi dell'area ne hanno proibito la pesca, ma può capitare che alcune specie finiscano nelle mani di bracconieri o catturati in modo accidentale. Lifeng Li, esperto Wwf, sottolinea che esso "è un simbolo della salute delle acque del fiume, perché si tratta di una "specie assai vulnerabile". "La sua salvezza - aggiunge - è essenziale per uno sviluppo sostenibile complessivo del bacino del Mekong".
In base al progetto, la diga di Xayaburi - al momento ancora in fase iniziale, col solo 8% dei lavori realizzati - verrà a costare almeno 3,5 miliardi di dollari e avrà una portata di 1.260 megawatt. Situata in una zona remota a nord del Laos, per la realizzazione - affidata a una ditta thai - hanno perso la casa più di 2.100 abitanti dei villaggi. La Commissione per il fiume Mekong (Cfm) ha chiesto una moratoria di 10 anni sulla costruzione, mostrando le pesantissime ripercussioni sulla pesca, con un calo pari a 300mila tonnellate annue.
Il Mekong nasce sull'altopiano del Tibet e scorre lungo la provincia cinese dello Yunnan, poi in Myanmar, Thailandia, Laos, Cambogia e Vietnam. Circa 65 milioni di persone vivono lungo il suo corso, ricavando sostegno dalla pesca (stimata valere 3 miliardi di dollari annui) e dagli allevamenti ittici. Ma ora il fiume, lungo 4.880 chilometri e ritenuto il 2° più ricco al mondo per biodiversità, è minacciato dai molti progetti di dighe idroelettriche.