Cairo, continuano gli scontri nel dopo-Morsi: 15 morti
Attaccato il sit-in in difesa del presidente deposto. Negli scontri hanno perso la vita almeno 40 fra sostenitori e oppositori dell'ex governo. Ancora incerte le dinamiche della rappresaglia.

Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) - Cresce il bilancio delle proteste per il reinsediamento di Mohammed Morsi alla presidenza. Almeno 15 persone hanno perso la vita nelle prime ore di oggi di fronte all'edificio in cui è detenuto lo stesso premier deposto. Incerte le dinamiche dello scontro, mentre sale a più di 40 il numero totale delle vittime degli scontri fra sostenitori e oppositori dell'ex governo.

Il sit-in a favore Morsi, iniziato la scorsa settimana di fronte alla caserma della Guardia presidenziale, ha subito la scorsa notte un attacco armato. Fonti della Fratellanza musulmana, partito di provenienza dello stesso Morsi, accusano l'esercito di aver aperto il fuoco sui manifestanti. Immediata la smentita delle forze armate che, attraverso i media di Stato, riferiscono di almeno 200 persone appartenenti ad un "gruppo terroristico". Anche alcuni manifestanti, intervistati da Afp, hanno confermato la presenza di militanti privi di uniforme negli scontri.

Mohammed Morsi, primo presidente di chiaro orientamento islamista, è stato deposto dal Consiglio supremo delle forze armate (Scaf) lo scorso mercoledì, in seguito alle proteste oceaniche di domenica 30 giugno. A lui è subentrato Adly Mansour, già a capo della Corte Costituzionale, con l'incarico di traghettare il Paese a nuove elezioni.