Senkaku/Diaoyu, Tokyo accusa: Atteggiamenti violenti da parte cinese
Il Rapporto sulla difesa approvato nella notte dal governo di Shinzo Abe rischia di riaccendere lo scontro fra Cina e Giappone per la sovranità sull’arcipelago. Pechino “deve piegarsi alle norme internazionali e smetterla con le provocazioni”.

Tokyo (AsiaNews) - L'atteggiamento "violento e rischioso" tenuto dalla Cina nella questione delle isole contese con il Giappone "potrebbe portare a conseguenze gravi. Pechino tenga conto di quanto sta facendo, si fermi e si adatti ai pronunciamenti internazionali". Lo scrive il governo nipponico nel Rapporto sulla difesa approvato questa notte dall'esecutivo di Shinzo Abe. Il riferimento è all'arcipelago conteso nel Mar cinese orientale, che i giapponesi chiamano "Senkaku" e i cinesi "Diaoyu".

Nel settembre del 2011 l'acquisizione da parte di Tokyo di 3 delle 5 isolette da un privato ha scatenato la furia di Pechino, che ha lanciato una campagna politica e militare per rivendicare la propria sovranità sull'area. Nella contesa è presente anche Taiwan, che chiama le isole "Diaoyutai", e che ha proposto ai contendenti di "sfruttare insieme, senza parlare di proprietà, le ricchezze locali".

Non è chiaro il valore dell'arcipelago. Si pensa che esso abbia anzitutto un valore strategico, trovandosi sulla rotta delle più importanti vie marittime; altri affermano che oltre alle acque ricche di pesca, nel sottofondo marino vi siano sterminati giacimenti di gas. Nel 2008, come gesto di distensione, i due governi hanno firmato un accordo per lo sfruttamento e la ricerca congiunti nell'arcipelago, che tuttavia è rimasto lettera morta.

Oggi, proprio mentre Tokyo ridiscute la funzione del proprio esercito - che dalla fine della II Guerra mondiale ha solo scopi di autodifesa - le tensioni tornano ad acuirsi. Nelle 450 pagine del rapporto si legge: "La Cina ha intrapreso azioni coercitive e pericolose, che includono l'intrusione nelle acque territoriali giapponesi e la violazione del nostro spazio aereo". Questi atti, continua il testo, "sono da condannare. Pechino deve accettare le norme internazionali e piegarsi ad esse".