Cina, cala l’export: pesano la crisi mondiale e lo yuan “troppo forte”
Dopo i dati sull’inflazione e sul mercato interno arrivano quelli, negativi, sulla vendita all’estero: meno 3,1 % rispetto ai dati dello scorso anno, il primo declino dal gennaio 2012. Analisti: “La Cina paga la stabilità della sua moneta e l’aumento del costo del lavoro”.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Per la prima volta in 17 mesi calano le esportazioni cinesi. La crisi economica mondiale, l'aumento del costo del lavoro e il rafforzamento dello yuan nel mercato valutario hanno fatto calare il settore del 3,1 % rispetto ai dati dello scorso anno, il primo declino dal gennaio 2012. Gli economisti si attendevano un aumento del 4 % delle esportazioni e dell'8 % delle importazioni.

Nello specifico, le esportazioni verso gli Usa sono calate del 5,4 % e quelle verso l'Unione Europea dell'8,3 %. Il surplus della bilancia commerciale è aumentato, rispetto a maggio, dai 20,4 miliardi di dollari ai 27,13 miliardi, ma anche qui l'attesa era maggiore di almeno mezzo miliardo. I dati sulle esportazioni si aggiungono a quelli (sempre negativi) sull'inflazione e sul mercato interno pubblicati all'inizio del mese.

Analisti interni ed internazionali ritengono i segnali "negativi" rispetto alle aspettative, ma alcuni sottolineano che alla base del calo delle esportazioni ci sia un fattore positivo, ovvero la lotta del governo contro le attività commerciali speculative che, a lungo andare, producono bolle economiche molto più dannose di un rallentamento relativo alle vendite.

Secondo Li Huiyong, economista della Shenyin & Wanguo Securities di Shanghai, "i dati deboli di giugno sono una sorpresa, ma derivano dal rallentamento della richiesta. L'apprezzamento del dollaro americano e la lotta del governo cinese alle attività speculative hanno fatto il resto".