Corea, monaci buddisti nel ciclone: Gioco d’azzardo e alcool ci stanno rovinando
Il venerabile Jangju – uno dei membri più importanti dell’Ordine Jogye, la denominazione buddista più ampia e importante del Paese – lancia l’allarme: “Alcuni monaci vanno persino a Macao e Las Vegas per scommettere in libertà. Uno di noi ha venduto la terra del tempio per pagare i debiti. Serve una svolta”.

Seoul (AsiaNews) - I monaci dell'Ordine Jogye "sono incapaci di correggersi da soli. L'alcol e il gioco d'azzardo sono divenuti una vera emergenza: negli anni alcuni religiosi hanno buttato via denaro e proprietà della comunità, e vanno fermati". Lo ha dichiarato durante una conferenza stampa il venerabile Jangju, ex abate del monastero Oeo di Pohang, ai vertici dell'Ordine fino allo scorso anno.

Secondo il monaco, lo scandalo del video girato di nascosto che mostra monaci intenti a bere, fumare e giocare a poker "non è una novità. Negli ultimi anni almeno 10 membri importanti dell'Ordine sono andati persino a Macao e Las Vegas per poter giocare in libertà. Mi sono mescolato a loro, so quello che dico". Per il religioso "la media delle scommesse va dai 3 ai 9mila dollari americani, ma possono arrivare a giocarsi molto di più".

Uno di questi monaci corrotti "è arrivato al limite quando, per pagarsi i debiti di gioco, ha venduto la terra di uno dei nostri templi senza chiedere il permesso dei vertici. Tra l'altro ha fatto anche un pessimo affare perché, con l'acqua alla gola, ha dato via i terreni per la metà del loro valore. Ho denunciato tutto alle autorità, perché l'Ordine è incapace di correggere questa situazione".

Da parte sua, la leadership dell'Ordine rigetta le accuse. In un documento pubblicato dopo la conferenza stampa del ven. Jangju la congregazione ha definito le accuse "false e senza fondamenta" e ha aggiunto che si tratta di "una vendetta, motivata dalla sua rimozione dal vertice del monastero".