Riyadh, una commissione femminile per controllare i negozi di abbigliamento
Si inizia dai negozi di biancheria intima. Non più la muttawa (polizia religiosa) ma 45 ispettrici saranno incaricate di controllare che “le donne lavorino in un’atmosfera lavorativa sicura”. Vietata l’assunzione di personale misto, pena la sospensione o il ritiro della licenza.

Riyadh (AsiaNews/Agenzie) - Il ministero saudita del Lavoro ha nominato una commissione di 45 ispettrici affinché controllino che nei negozi di abbigliamento le donne possano lavorare in condizioni adeguate. "I proprietari non hanno il permesso di far lavorare insieme personale maschile e femminile - ha spiegato il vice ministro Abdullah Abuthnain - abbiamo definito nuovi parametri al fine di garantire alle donne un'atmosfera lavorativa sicura".

Il primo passo in questa direzione, mosso lo scorso gennaio, prevedeva che nei negozi di biancheria intima, dove le donne saudite possono acquistare una lingerie come un abaya (indumento femminile tradizionale diffuso nella regione del golfo Persico), un muro alto almeno 1,6 metri dividesse il settore maschile da quello femminile.

Le ultime condizioni del ministero per le Ispezioni e lo Sviluppo dell'ambiente lavorativo, dettate il 7 luglio scorso, impongono ora ai negozi di abbigliamento femminile l'assunzione di sole donne. "Il ministero prenderà misure immediate nei confronti di chi tenterà di aggirare il provvedimento - ha aggiunto il deputato Abdullah Abu Thunain -  l'attività sarà segnalata con possibilità di revoca della licenza".

La commissione d'ispezione costituita nei giorni scorsi 'ruba' l'incarico alla muttawa (la polizia religiosa) e sarà impegnata nelle città di Riyadh, Jeddah e nelle province orientali. Una seconda fase prevede la nomina di ulteriori ispettrici per supervisionare i negozi di abbigliamento in altre regioni del Paese.

Tale atteggiamento, che caratterizza la stagione più recente del regno di Re Abdullah, rientra nell'ambito di una vasta riforma sociale mirata ad incoraggiare l'occupazione femminile. Il ministero del Lavoro prevede che questi primi provvedimenti possano generare almeno 44mila posti lavoro.

In Arabia Saudita più di una donna su due è laureata, ma disoccupata nel 34% dei casi. Un'analisi pubblicata da Bloomberg, il giugno scorso, illustrava come il mancato impiego della maggior parte delle donne limiti l'economia del regno, costituendo una grande mole di forza lavoro non sfruttata.