Jakarta: le proteste non fermano la riforma della scuola, in vigore dal 15 luglio
di Mathias Hariyadi
Il controverso “Curriculum 2013” pronto a partire con l’inizio del nuovo anno scolastico. Sul piede di guerra docenti e istituti di varie denominazioni religiose. Esso favorirebbe “interessi privati” a fronte del bene pubblico. Col taglio di migliaia di posti di lavoro e l’ennesimo sperpero (nuovo ministro, nuova riforma) di denaro pubblico.

Jakarta (AsiaNews) - Mesi di proteste e un'ondata diffusa di critiche non hanno impedito al ministero indonesiano dell'Istruzione di portare a termine e approvare la tanto contestata riforma scolastica, il controverso "Curriculum 2013". Il titolare del dicastero, Muhammad Nuh, al centro delle polemiche nelle scorse settimane, ha resto operativa la norma quadro, grazie anche al sostegno ricevuto dal Parlamento nazionale. Intellettuali e leader cristiani hanno osteggiato a lungo la riforma, che favorirebbe solo "interessi privati" a fronte di una mancata formazione del personale docente e l'acquisto (inutile) di nuovi testi.

Secondo il calendario dei lavori, la riforma entrerà in vigore a partire dal 15 luglio con l'apertura del nuovo anno scolastico in Indonesia dopo il mese di vacanza estivo. Un passo che segna in modo definitivo il fallimento di critici e oppositori, che hanno più volte chiesto di "sospenderne" l'applicazione.

A scendere in piazza non solo insegnanti, educatori e personale docente, ma pure fondazioni e movimenti sparsi per il Paese e appartenenti a varie (e diverse fra loro) confessioni religiose. Tra queste la Conferenza episcopale indonesiana (Kwi) e il Sinodo delle Chiese protestanti (Pgi), che hanno più volte denunciato l'impreparazione e il ritardo nei lavori preparatori all'avvio della riforma.

Ultimo, disperato tentativo quello messo in campo oggi dalla Associazione degli insegnanti in collaborazione con la Jakarta's Legal Aid Foundation, che prevede la "raccolta di materiale" necessario per "intentare una causa contro il governo". Anche un sacerdote della capitale, esperto di educazione e scuola, conferma che la gran parte degli insegnanti non è ancora "pronta" ad applicare all'atto pratico la riforma. Essa, oltretutto, sarebbe anche "politicamente" contraria ai principi di libertà e pluralismo sanciti dalla Costituzione del 1945, nel cui preambolo si legge che "l'educazione deve illuminare gli studenti" e non "confonderli".

Infine, con il cambio dei curriculum scolastici sono a rischio migliaia di posti di lavoro per l'accorpamento di alcune discipline e il taglio di altre, come l'inglese alle elementari, oppure informatica alle superiori. La riforma verrà introdotta in oltre 6.325 scuole sparse nelle 33 province del Paese. Miliardi di rupie indonesiane sono state investite per una riforma che sembra confermare un popolare detto indonesiano: "come cambia il ministro dell'istruzione, entra in vigore un nuovo curriculum" e vanno in fumo soldi pubblici.