Siria, i ribelli pagano in dollari e la lira locale crolla
La crescente presenza di moneta straniera, introdotta dai Paesi del Golfo e utilizzata dai ribelli impegnati nella lotta ad Assad, fa lievitare l’inflazione della lira siriana. Il prezzo del dollaro schizza da 47 a 347 lire in 2 anni, e la classe media ne paga le conseguenze.

Aleppo (AsiaNews/Agenzie) - Crolla la lira siriana dopo due anni di guerra civile. La crescente presenza di dollari ed euro nel Paese contribuiscono ad abbassare il valore della moneta locale facendo lievitare l'inflazione. Il rincaro del carburante e quello degli alimenti avevano già messo in ginocchio le regioni più colpite dagli scontri ma, nell'ultimo mese, la stessa moneta nazionale è collassata.

"Prima dell'inizio delle ostilità, la lira siriana, seppur soggetta a saltuarie oscillazioni, rimaneva stabile sulle 47 unità per dollaro - racconta Hasan, piccolo commerciante di Aleppo - nell'ultimo mese il suo valore è collassato, vendiamo 347 lire per un dollaro".  

Circa un anno fa, l'inasprimento dei combattimenti nella regione di Aleppo aveva portato il regime a tagliare i rifornimenti di greggio alle aree controllate dai ribelli. Ciò aveva comportato un sensibile aumento del prezzo del carburante che, in due anni, è passato da 44 a 325 lire per litro. Il prezzo del cibo, spesso dipendente da quello della benzina per il trasporto dalle campagne ai centri abitati, è aumentato di conseguenza.

La conquista di parte dei pozzi petroliferi nel nordest del Paese da parte delle forze antigovernative ha consentito alle aree a controllo ribelle un più agevole rifornimento di carburante, ma ha comportato al contempo l'ingresso di massicce quantità di dollari nei confini siriani. "Quando i ribelli prendono il controllo di un'area - continua Hasan - il dollaro cresce rispetto alla lira locale, ma ridiscende man mano che gli stessi ribelli iniziano a spendere nell'economia locale". Dollari, e in misura minore euro, si pensa che siano il frutto di finanziamenti stranieri provenienti dai donatori del Golfo.

L'economia siriana, infossata dal prolungarsi del conflitto, patisce oggi l'assenza totale di scambi con l'estero. Chi se lo può permettere commercia in dollari: fra questi, appunto, i ribelli siriani che ottengono la valuta straniera attraverso canali poco chiari. Ma molti esponenti della stessa classe media, che non hanno convertito i propri risparmi prima del collasso, vedono ora il proprio patrimonio ridimensionato o polverizzato. Chi utilizza i dollari ha tutto l'interesse che il cambio resti elevato e il cambio ufficiale è di circa 3 volte inferiore rispetto a quello praticato sul mercato nero.

L'agenzia d'informazione di Stato (Sana), riporta che, mercoledì 10 luglio, il governo ha varato una legge che prevede dai 3 ai 10 anni per chi pratica un cambio illegale. Quando il regime ha realizzato che molti imprenditori privati si affrettavano a far uscire i propri capitali dal Paese attraverso le banche turche, ha provveduto ad accumulare lire siriane rendendo più severa la legge sul cambio.