Giappone: 850 mila giovani, un esercito di apatici

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – I giovani giapponesi non hanno più motivazioni nello studio e nel lavoro. Le statistiche dicono che circa 850 mila giovani, fra i 15 e i 34 anni, non vanno a scuola né hanno un lavoro: la cifra è salita del 27 % rispetto al 1992.

E' quanto emerge da un rapporto presentato oggi dal governo. Hiroshi Ito, un rappresentante dell'Ufficio governativo, spiega: "Sembra che molti giovani abbiano perso le motivazioni per cercare un lavoro. Dobbiamo trovare dei modi perchè ritrovino dei motivi e tornino ad integrarsi nella società".

Secondo le statistiche, circa 425 mila giovani hanno provato ad integrarsi ma non vi sono riusciti; l'altra metà semplicemente non ha cercato alcun modo per affermarsi, né per cercare un'indipendenza dalla famiglia di origine.

I giovani di questa categoria sono conosciuti come Neets (Not in education, employment or training, non studenti nè lavoratori nè in formazione), e sono ritenute una minaccia sociale per lo Stato. La stampa giapponese definisce questi "disoccupati" come degli sbandati, non ripresi dalla famiglia né dallo Stato, che passano il tempo in attività illecite.

In Giappone il costo dell'educazione, il tasso di disoccupazione e la cultura sociale hanno creato un sistema in cui le coppie tendono ad avere un figlio unico. Il tasso di natalità vede 1,29 bambini per donna fertile, il più basso al mondo.

Il figlio unico diventa quindi oggetto di attenzioni e premure, e su di lui la famiglia intera ripone speranze e aspettative. Sono comuni le notizie di suicidi fra i giovani giapponesi, motivati dallo stress o da piccoli fallimenti scolastici.

Le prospettive future non sono migliori, dato il veloce invecchiamento della società: secondo i demografi, la popolazione giapponese toccherà i 127,7 milioni nel 2006, ma nel giro di 50 anni scenderà a 100 milioni. La preoccupazione è che vi saranno sempre meno giovani capaci di lavorare e generare introiti a sostegno degli anziani.