Islamabad (AsiaNews) - La nostra "maggiore preoccupazione" è la "sicurezza", un problema tuttora irrisolto e che "anzi, si è aggravato" nelle ultime settimane. È questo l'appello che Paul Bhatti, ex ministro per l'Armonia nazionale e presidente di Apma (All Pakistan Minorities Alliance), lancia al nuovo capo di Stato Mamnoon Hussain. L'uomo di affari del Sindh, sostenuto dal partito di maggioranza Pml-N e dal premier Nawaz Sharif, è stato eletto ieri con una maggioranza schiacciante alla presidenza della Repubblica, anche se il Partito popolare pakistano (Ppp) ha boicottato il voto. "Siano preoccupati per i continui episodi di violenza" spiega Bhatti ad AsiaNews, perché "senza la pace, non sarà possibile risolvere altri problemi fra cui terrorismo e crisi economica, che attanagliano il Paese. Senza l'armonia, è impossibile imprimere uno sviluppo alla nazione".
E proprio in tema di sicurezza, la vigilia delle elezioni del presidente pakistano è stata funestata da un episodio gravissimo. Nella notte del 29 luglio un commando armato talebano ha assaltato un carcere e un ospedale, provocando morti e feriti. Obiettivo principale dell'attacco, portato da "centinaia di mujaheddin", una prigione nel centro del Paese, a Dera Ismail Khan, dove sono rinchiusi molti combattenti estremisti. Il bilancio finale del raid è di 12 morti e circa 243 prigionieri fuggiti. Questa mattina le forze di sicurezza pakistane hanno catturato 45 evasi, ma resta alto l'allarme e continua la caccia ai terroristi.
In un clima di crescente tensione, si è svolta ieri l'elezione del capo dello Stato che ha sancito la (scontata) vittoria dell'esponente indicato dal partito di governo. Mamnoon Hussain è nato nel 1940 in una famiglia di industriali originaria della città indiana di Agra. Con la fondazione del Pakistan, nel 1947, i genitori si trasferiscono a Karachi, capoluogo della provincia del Sindh, una delle quattro in cui è suddiviso il nuovo Stato. La famiglia avvia una fabbrica tessile, che col tempo si ingrandisce e diventa una vera e propria industria. Membro storico della Pakistan Muslim League-N (Pml-N), egli ha ricoperto l'incarico di governatore della provincia del Sindh per quattro mesi nel 1999, ma non è mai stata una figura di primo piano nel panorama politico nazionale.
Le procedure di voto si sono svolte ieri in Parlamento e nelle quattro Assemblee provinciali, Khyber Pakhtunkhwa, Punjab, Sindh e Bluchistan. Secondo i primi risultati Hussain ha ricevuto 432 preferenze; l'altro candidato presente, l'ex giudice in pensione Wajihuddin Ahmed - indicato dal Pakistan Tehreek-e-Insaf (Pti) dell'ex campione di cricket Irman Khan - ha ricevuto 77 voti.
Il nuovo capo di Stato succede al presidente uscente Asif Ali Zardari, vedovo di Benazir Bhutto, il cui mandato quinquennale scade il prossimo 8 settembre. Egli è salito alla ribalta delle cronache politiche e istituzionali - è anche presidente del Partito popolare pakistano (Ppp) - dopo l'assassinio della moglie, nel dicembre 2007; Zardari, primo presidente a concludere il mandato, ha saputo modificare gli equilibri istituzionali del Paese, garantendo una maggiore distribuzione del potere pur fra contrasti (anche forti) con i militari e la magistratura. Se fino a Pervez Musharraf il presidente godeva di enorme influenza e capacità decisionale, oggi la carica è quasi del tutto cerimoniale;non racchiude in sé un vero potere decisionale, ora appannaggio del Primo Ministro e del Parlamento.
Interpellato da AsiaNews, l'ex ministro cattolico Paul Bhatti conferma che "la preoccupazione maggiore è il continuo aumento di episodi di violenza estremista". Al momento "non si conoscono le ragioni" alla base di questa escalation, tuttavia è "gravissimo" che i partiti principali "hanno indetto un consiglio di sicurezza, senza chiamare i rappresentanti delle minoranze". Per questo il presidente Apma si rivolge al nuovo presidente chiedendo che "vi sia un maggiore coinvolgimento delle minoranze nel futuro", perché "siamo una parte importante del Paese e vogliamo essere consultati". Nonostante le proteste e il boicottaggio del Ppp, per Paul Bhatti l'elezione del novo capo di Stato è "avvenuta in maniera regolare" e sulla persona "non vi sono particolari elementi negativi. Ora la carica riveste più un aspetto cerimoniale, rappresentativo, depotenziata rispetto al passato". Tuttavia, conclude, egli dovrà lavorare per "coinvolgere le minoranze" nel cammino di pace e sviluppo economico del Pakistan. (DS)