Giornata della pace 2014, il Papa sceglie il tema: ‘Fraternità, fondamento e via per la pace’
Contro la “cultura dello scarto” e la “globalizzazione dell’indifferenza”, Francesco propone il concetto della fraternità – che non è “sterile assistenzialismo” – per dare un volto più umano al mondo. “Torniamo a vedere nell’altro un fratello, non un antagonista o un nemico, e riusciremo a costruire una vera pace per l’umanità”.

Città del Vaticano (AsiaNews) - La "cultura dello scarto" e la "globalizzazione dell'indifferenza" possono essere sconfitti se il concetto di "fraternità" - da non confondere con l'assistenzialismo sterile - prende il sopravvento in ognuno di noi, se insomma l'uomo impara a vedere tutti gli esseri umani come fratelli "chiamati a condividere i doni del creato, i beni del progresso e della cultura, a partecipare alla stessa mensa della vita in pienezza, ad essere protagonisti dello sviluppo integrale ed inclusivo". Papa Francesco ha scelto come tema per la 47ma Giornata Mondiale della Pace nel 2014, la sua prima, proprio la "Fraternità, fondamento e via per la pace".

La Giornata si celebra il primo giorno di ogni nuovo anno da quando è stata istituita da Paolo VI. Il tema viene sviluppato in un Messaggio, firmato dal pontefice, inviato alle chiese e alle cancellerie di tutto il mondo per - come scrive oggi il comunicato che accompagna il tema - "richiamare il valore essenziale della pace e la necessità di operare instancabilmente per conseguirla".

Che Francesco abbia a cuore il superamento della "cultura dello scarto" a favore di una "cultura dell'incontro" è stato evidente sin dall'inizio del pontificato. La fraternità, si legge nel comunicato vaticano, "è una dote che ogni uomo e donna reca con sé in quanto essere umano, figlio di uno stesso Padre. Davanti ai molteplici drammi che colpiscono la famiglia dei popoli - povertà, fame, sottosviluppo, conflitti, migrazioni, inquinamenti, disuguaglianza, ingiustizia, criminalità organizzata, fondamentalismi - la fraternità è fondamento e via per la pace".

È il benessere esasperato e la perdita del concetto di fratellanza universale che danneggiano il conseguimento della pace: "Gli altri, anziché nostri 'simili', appaiono antagonisti o nemici e sono spesso 'cosificati'. Non è raro che i poveri e i bisognosi siano considerati un 'fardello', un impedimento allo sviluppo. Tutt'al più sono oggetto di aiuto assistenzialistico o compassionevole. Non sono visti cioè come fratelli, chiamati a condividere i doni del creato, i beni del progresso e della cultura, a partecipare alla stessa mensa della vita in pienezza, ad essere protagonisti dello sviluppo integrale ed inclusivo".

Ecco allora spiegata l'importanza della fraternità, dono e impegno che viene da Dio, che "sollecita all'impegno di essere solidali contro le diseguaglianze e la povertà che indeboliscono il vivere sociale, a prendersi cura di ogni persona, specie del più piccolo ed indifeso, ad amarla come se stessi, con il cuore stesso di Gesù Cristo".

In conclusione, il pontefice esorta tutti a scegliere la via della fraternità per rendere più umano il volto del mondo, un mondo "che accresce costantemente la propria interdipendenza", e dove quindi "non può mancare il bene della fraternità, che vince il diffondersi di quella globalizzazione dell'indifferenza. La globalizzazione dell'indifferenza deve lasciare posto ad una globalizzazione della fraternità. La fraternità impronti tutti gli aspetti della vita, compresi l'economia, la finanza, la società civile, la politica, la ricerca, lo sviluppo, le istituzioni pubbliche e culturali".