Troppi ritardi, l’aviazione cinese ordina di ‘decollare anche senza pista d’atterraggio’
Il governo ha diramato un ordine destinato agli 8 maggiori aeroporti del Paese: i vettori devono partire anche se non hanno ancora uno slot nel luogo di destinazione. Esperti contrari: “Mossa ridicola che aumenterà il panico dei passeggeri, lo stress del personale e il costo del carburante”.

Pechino (AsiaNews) - Per cercare di ridurre i ritardi endemici, il governo cinese ha ordinato a 8 fra i maggiori aeroporti nazionali di far partire comunque i velivoli commerciali "anche se non hanno ancora una pista assicurata per l'atterraggio". La mossa, imposta dalle autorità dell'aviazione civile, potrebbe produrre un enorme caos nei cieli cinesi: per esperti e dirigenti nazionali si tratta di una decisione "pericolosa e senza senso".

L'ordine è effettivo da oggi negli aeroporti di Pechino, Shanghai (sia Pudong che Hongqiao), Guangzhou, Shenzhen, Chengdu, Xian e Kunming: queste strutture rappresentano circa la metà del traffico aereo totale del Paese. Secondo il Beijing News la decisione ha "migliorato" del 15-20 % le performance dei decolli, fino a ora le peggiori del mondo.

Yang Xinsheng, che insegna Gestione del traffico aereo all'Università cinese per l'Aviazione civile, ritiene la scelta "ridicola". Aspettare a terra, dice, "è sempre più sicuro che aspettare in aria. Ci ritroveremo con dei vettori costretti a girare per ore in cerchio, spendendo molto di più per il carburante e aumentando il già considerevole stato di stress di piloti e personale. Non credo che i passeggeri sarebbero d'accordo: un ritardo a terra può creare rabbia, ma girare per aria potrebbe portare al panico".

Il governo centrale ha diramato i dati relativi alla pessima gestione delle partenze. Secondo Pechino il 42,3 % dei ritardi è causato da problemi nella gestione delle linee aeree; il 26,1 % dal controllo del traffico aereo; il 20,9 % dalle condizioni meteo e il 7 % dalle esercitazioni militari, che a volte invadono i corridoi destinati al traffico civile.