Hanoi, nuovo giro di vite sul web. Cronaca e politica vietate sui social
Un decreto, firmato dal premier ed esecutivo da settembre, proibisce la pubblicazione di notizie sui social network. Essi potranno essere usati per la diffusione di “informazioni personali”, ma non dovranno riportare argomenti “sensibili”. Agli internet provider il compito di bloccare argomenti “contro il Vietnam” e la “sicurezza nazionale”.

Hanoi (AsiaNews/Agenzie) - Giro di vite di Hanoi sui social network fra cui Facebook e Twitter, ormai popolari nel Paese asiatico a dispetto della censura. Secondo un recente decreto, pubblicato in questi giorni, sarà infatti possibile condividere in Rete "informazioni personali" ma non notizie o fatti di cronaca, attualità politica o altri argomenti di una certa "sensibilità". La norma porta la firma del Primo Ministro Nguyen Tan Dung e intende colpire prima di tutto la diffusione di "eventi di attualità".

Da tempo le autorità hanno lanciato una campagna contro attivisti e blogger, che usano la rete per manifestare critiche e dissenso verso il governo centrale e le amministrazioni locali, compiendo arresti e sequestri di materiale. Tuttavia, a dispetto delle decine di condanne finora comminate dalla magistratura, in Vietnam resiste una rete attiva, vibrante e variegata formata da milioni di blog che continuano a moltiplicarsi a dispetto della censura.

In base alla recente norma voluta dall'esecutivo, non sarà possibile usare i social network per "riportare informazioni generale... notizie prese da giornali, agenzie di stampa o altri siti web di proprietà dello Stato".

Al momento non è ancora chiaro quali saranno le pene in caso di violazione della legge o quali siano le modalità concrete di applicazione della norma. Internauti ed esperti della rete spiegano però che, in linea teorica, sarebbe "illegale" condividere link o storie, o persino discutere di fatti riportati da giornali governativi e filo-comunisti, bel lontani dalle voci dissidenti e critiche.

Il decreto sarà esecutivo dal 1° settembre e contiene un comma anche per gli internet provider. Essi dovranno bloccare il passaggio di informazioni che siano "contro il Vietnam", che possano mettere a rischio "la sicurezza nazionale" (un campo assai ampio, spesso sfruttato per reprimere critiche e proteste), oppure "l'ordine sociale e l'unità nazionale", così come andranno fermate le notizie che "diffamano prestigiose organizzazioni o singoli individui". Per il ministro dell'Informazione la legge permetterà agli internauti "di reperire [sul web] una corretta e chiara informazione".

Giudicata "nemica di internet" dal rapporto 2013 di Reporter senza frontiere (Rsf), Hanoi impedisce la nascita di giornali e tv privati; gli unici media permessi, sono quelli che appartengono allo Stato. Per questo molti cittadini preferiscono usare la rete e i social network per reperire informazioni. La norma ha già scatenato una violenta ondata di proteste sul web. Un internauta di nome Huong Nguyen ha scritto sulla propria pagina: il testo è "la prova evidente che il governo non coglie la direzione intrapresa dalla società, che deisdera diventare sempre più aperta".