Giura Hassan Rohani, nuovo presidente iraniano: Dialogo, non sanzioni
Toni molto moderati e concilianti nel suo discorso di giuramento. Nel suo governo diversi tecnocrati moderati e con lauree negli Usa. La Casa Bianca si definisce "un partner volenteroso". A causa delle sanzioni Onu e di quelle unilaterali di Usa e Ue, la situazione economica dell'Iran è disastrosa. Per Netanyahu a Teheran è cambiato il presidente, ma non è cambiato lo scopo del Paese: distruggere Israele.

Teheran (AsiaNews) - Il nuovo presidente iraniano, il moderato Hassan Rohani,  ha detto che per ottenere risposte adeguate dal suo Paese, occorre parlare "il linguaggio del rispetto" e non quello "delle sanzioni". In un discorso trasmesso ieri dalla televisione di Stato, dopo il suo giuramento, Rohani, usando un tono molto conciliante, ha sottolineato che è tempo di "costruire fiducia reciproca, rispetto mutuo e ridurre le ostilità". Egli ha anche promesso che l'Iran non creerà alcuna guerra con nessun Paese e che cercherà di ridurre il peso economico delle sanzioni.

"Il popolo - ha detto - vuole una vita migliore, avere dignità e godere di stabilità. Esso vuole riguadagnare la posizione che merita tra le nazioni".

La vittoria del moderato Rohani lo scorso 14 giugno, approvata dal leader supremo, l'ayatollah Alì Khamenei, sta diffondendo fra gli iraniani la speranza di un nuovo periodo di dialogo con gli Usa e la comunità internazionale, che potrebbe portare a un miglioramento dell'economia.

Da anni l'Iran subisce sanzioni dell'Onu e sanzioni unilaterali di Usa ed Unione europea su petrolio e operazioni bancarie per il suo rifiuto a bloccare un programma di arricchimento dell'uranio che secondo l'occidente potrebbe portare a costruire armamenti nucleari. L'Iran ha sempre negato scopi bellici del programma, ma spesso ha rifiutato le ispezioni Onu ai suoi siti.

Le conseguenze per la popolazione dell'Iran sono aspre: blocco delle transazioni bancarie, riduzione della vendita di petrolio, obsolescenza degli impianti di estrazione, mancanza di raffinazione, inflazione del 40% della moneta.

Il nuovo tono amichevole di Rohani è diverso da quello del suo predecessore, Mahmud Ahmadinejad, che ha sempre attaccato gli Stati Uniti e promesso di distruggere Israele.

Un segno di apertura verso gli Usa è visibile anche nella scelta di alcuni ministri. Per gli Esteri, Rohani ha nominato l'ex ambasciatore all'Onu, Mohammad Javad Zarif, 53 anni, molto fluente in inglese, con un dottorato all'università di Denver. Segretario del governo dovrebbe essere Mohammad Nahavandian, già capo della Camera del commercio, dell'industria e delle miniere, laureato in economia alla George Washington University. Vi sono poi  Bijan Namdar Zanganeh, Ministro del petrolio e Mohammad Reza Nematzadeh quale ministro dell'industria, delle miniere e del commercio.

Osservatori fanno notare che tutte le personalità del nuovo governo sono dei teconcrati, conosciuti come moderati e dall'alto profilo professionale.

Subito dopo il discorso di Rohani, la Casa Bianca ha diramato un comunicato in cui si dice che gli Stati Uniti potrebbero essere "un partner volenteroso" se Teheran decide di "impegnarsi in modo serio e sostanziale", onorando gli obblighi internazionali e lavorando per una soluzione pacifica alla questione nucleare.

Alla cerimonia del giuramento di ieri, l'Iran ha invitato diverse personalità della comunità internazionale, esclusi gli Stati Uniti e Israele. Fra essi, Wael al-Halqi, primo ministro dell'alleata Siria, e Javier Solana, capo degli esteri della Ue. Il presidente sudanese Omar al-Bashir non ha potuto partecipare perché Riyadh non ha permesso al suo aereo di sorvolare i cieli sauditi.

Il commento più duro viene da Israele, dove il premier Benjamin Netanyahu ha dichiarato che "il presidente dell'Iran è cambiato, ma lo scopo del regime non lo è affatto". "L'Iran - ha aggiunto - ha intenzione di sviluppare capacità nucleare e armi nucleari allo scopo di distruggere lo Stato di Israele".