Latte in polvere contaminato, la Cina blocca i prodotti dalla Nuova Zelanda
Nei derivati importati dalla Fonterra, la più grande esportatrice di caseari al mondo, vi sono batteri che causano botulismo infantile. Il bando non è ancora ufficiale, ma il ministro neozelandese del Commercio appoggia la decisione: “Daremo tutto l’aiuto necessario”.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Il governo cinese ha fermato l'importazione di latte in polvere dalla Nuova Zelanda, dopo che nei prodotti del maggior esportatore caseario al mondo - la Fonterra - sono stati individuati batteri che possono causare botulismo, una pericolosa intossicazione alimentare che in caso di attacco fulminante può anche uccidere nel giro di 24 ore.

La decisione non è stata ancora formalizzata dalle autorità cinesi, che hanno preferito - visti anche i numerosi scandali alimentari che colpiscono i propri prodotti - chiedere all'azienda produttrice di "mantenere in stand-by" gli ordini in consegna. Il ministro per il Commercio neozelandese, Tim Groser, ha definito la mossa "assolutamente appropriata" e ha garantito "tutto l'aiuto possibile" agli acquirenti. L'80 % del latte in polvere importato in Cina viene proprio dalla Nuova Zelanda.

Da parte sua, il premier neozelandese John Key ha accusato il colosso caseario di aver "tardato troppo" a lanciare l'allarme dopo la scoperta. Negli ultimi giorni, il gruppo ha fatto sapere di aver venduto nel maggio scorso proteine del siero di latte concentrate prodotte in Nuova Zelanda a Cina, Malaysia, Arabia Saudita, Thailandia e Vietnam. Proprio Hanoi ha deciso di richiamare tutti i prodotti in circolazione per distruggerli, mentre il governo russo ha invitato i cittadini a "buttare via" le confezioni acquistate e ne ha fermato l'importazione.

Key si è detto "preoccupato" per l'impatto che l'episodio può avere sulla reputazione della Nuova Zelanda, famosa per le sue esportazioni di latte pulito e naturale."Sono sconcertato - ha aggiunto - non capisco perché a maggio del 2012, quando il siero è stato prodotto, i test non hanno rivelato nulla e Fonterra l'abbia fatto uscire fuori. In un Paese che considera questo business essenziale, ciò non sarebbe dovuto succedere, perché è un'industria che si basa sulla salute e la fiducia dei consumatori". Per ora, la Cina ha fatto sapere che "non ci saranno ripercussioni" per gli acquirenti, dato che le importazioni riprenderanno dall'Europa.