Ausiliare di Manila: 'Il governo esclude i poveri dalla crescita economica'
Mons. Broderick Pabillo, presidente di Giustizia e Pace, si scaglia contro le politiche promosse dall'esecutivo ed esaltate dai mercati internazionali. Dalle visite ai fedeli, il vescovo nota come i più deboli non beneficiano “dei progressi” del Paese. I dati statistici non si traducono “in risultati tangibili” e si aggrava il problema della contrattualizzazione.

Manila (AsiaNews) - La politica economica promossa del governo filippino da un lato ha permesso al Paese di crescere, come confermato di recente da un report di Standard & Poor's (S&P) che vede in Manila "il motore trainante della regione"; dall'altro ha però determinato una concentrazione della ricchezza "in mano a una piccola parte della popolazione". Per questo la Chiesa cattolica locale e i vescovi richiamano l'attenzione sulla persona, perché se si valutano solo gli indici di mercato e i numeri delle agenzie di rating o delle finanziarie internazionali, si rischia solo di "allargare in maniera incolmabile il divario fra i ricchi e i poveri".

Secondo le previsioni diS&P, le Filippine vedranno un aumento del Pil fino al 7% circa nel 2013, per poi assestarsi sul 6/6,5% nei successivi due anni. Numeri che indicano in Manila il motore trainante delle economie del Sud-est asiatico, già ribattezzata come la futura "tigre" del Continente, grazie al sostegno alle grandi imprese e alla corsa agli investimenti.

Tuttavia, a fronte di numeri e statistiche il pericolo lanciato dai vescovi filippini è che siano i più deboli a pagare le conseguenze maggiori sull'altare della crescita. Mons. Broderick Pabillo (nella foto), ausiliare di Manila e presidente del Segretariato nazionale di Giustizia e Pace della Conferenza episcopale filippina (Cbcp-Nassa), sottolinea che la politica economica del governo "contribuisce in maniera decisiva all'allargamento della forbice" fra ricchi e poveri. "Dalle mie frequenti visite alla popolazione, di zone diverse del Paese - ha dichiarato il prelato - ho potuto vedere come essi traggano assai poco beneficio dai progressi economici della nazione".

A fronte degli appelli delle autorità, che chiedono pazienza affinché i benefici siano appannaggio di tutti, il vescovo Pabillo spiega che non accadrà mai nulla se "il governo continua a chiedere alla gente di attendere" che "la crescita annunciata dalle statistiche non si traduca in risultati tangibili". E ricordando che l'attuale amministrazione del presidente Benigno Aquino III è già "a metà mandato", egli si chiede perché "i ricchi sono sempre più ricchi, mentre i poveri sempre più poveri". 

In tema di lavoro, fra le note dolenti individuate dall'ausiliare di Manila vi è la contrattualizzazione della manodopera che rischia una "sempre maggiore disuguaglianza" sociale. "La trickle down policy - così viene definita la politica economica promossa dall'amministrazione Aquino, ndr - che vuole migliorare la vita dei poveri attraverso il benessere dei ricchi, non ha avuto un riscontro pratico nel Paese" conclude il prelato. Anzi, a causato ulteriori abusi e vessazioni e "benefici solo per i ricchi".