Beirut (AsiaNews) - Il governo libanese ha dichiarato oggi una giornata di lutto nazionale dopo che un'autobomba ha devastato ieri uno dei bastioni della presenza di Hezbollah in Libano, nella banlieue sud della capitale.
I morti per l'esplosione sono almeno 22, ma vi sono sette persone, fra cui un uomo e tre bambini, che sono dispersi. La Croce rossa ha dichiarato che l'attentato ha fatto anche 325 feriti, ma il bilancio non è ancora definitivo.
L'esplosione è avvenuta nel popoloso quartiere di Roueiss, dove il potente partito sciita ha una delle basi più forti. Secondo osservatori, quello di ieri è l'episodio di più alta violenza degli ultimi 30 anni nella zona sotto il controllo di Hezbollah. L'esplosione è stata così enorme da devastare e incendiare molti edifici; i corpi di diverse vittime sono irriconoscibili.
Gli investigatori sono oggi sul sito dell'attentato, mentre rappresentanti della sicurezza si incontrano col presidente Michel Suleiman.
Il governo ha dichiarato di non voler privilegiare alcuna pista, anche se ieri il presidente aveva affermato che l'attacco portava "la firma di Israele". Il suo omologo israeliano, Shimon Peres, ha negato ogni responsabilità.
Ma i nemici di Hezbollah sono tanti, dopo che il movimento armato si è schierato pubblicamente a favore di Bashar Assad e combatte in Siria contro i sunniti del Free Syrian Army e i fondamentalisti che vogliono far cadere Assad.
Fra gli abitanti del quartiere colpito si accusa anche l'Arabia saudita, che arma i ribelli siriani.
L'attentato è stato rivendicato da un gruppo sconosciuto, il Battaglione di Ayesha, che accusando gli Hezbollah di intromettersi negli affari siriani e di essere "servi dell'Iran", promette di compiere ulteriori attentati.
Lo scorso 9 luglio, a Bir al-Abed un'autobomba ha ferito 53 persone; in maggio due razzi hanno ferito quattro persone a Shiyyah, sempre nella banlieue sud.