Riunificazioni familiari, partiti i colloqui fra Seoul e Pyongyang
I rappresentanti dei due governi sono impegnati a fissare i particolari tecnici per riprendere gli incontri fra le famiglie divise dalla Guerra di Corea. Il Nord ha un bisogno disperato di pregiata valuta estera e sembra intenzionato a cedere a tutte le richieste del Sud. Speranze anche per la ripresa delle visite turistiche al monte Kumgang.

Seoul (AsiaNews) - Sono ripresi questa mattina nel villaggio di frontiera di Panmunjom i colloqui fra le due Coree per far ripartire gli incontri fra le famiglie separate dall'armistizio del 1953. Le "riunificazioni familiari" sono bloccate dall'ottobre del 2010 e rappresentano un punto importante sia per Seoul che per Pyongyang. Nel frattempo, il governo del Sud ha fatto delle aperture rispetto alla riapertura dei viaggi turistici nel Nord.

Sono circa 73mila i sudcoreani che vogliono riabbracciare le proprie famiglie rimaste al Nord. Dei sopravvissuti alla guerra, il 9,3 % ha più di 90 anni; il 40,5 % più di 80 anni e il 30,6 % più di 70 anni. Nel discorso pronunciato il 15 agosto in occasione della Festa della liberazione della Corea (dal Giappone), la presidente Park Geun-hye ha sottolineato che sarebbe "disumano" non consentire a queste persone di "salutare per l'ultima volta" i propri familiari. Le riunificazioni potrebbero ripartire il 19 settembre in occasione del Chuseok, la "Festa del Ringraziamento" coreana.

Il dialogo diretto fra i due Paesi confinanti è l'ultimo segnale di distensione della penisola dopo circa sei mesi di altissima tensione. Grazie alla mediazione diretta della Croce Rossa internazionale, Pyongyang avrebbe accettato alcuni punti-chiave imposti da Seoul: fra questi la possibilità che i familiari si scambino del denaro; l'assenza di telecamere o di agenti di sicurezza durante i colloqui; incontri personali più lunghi rispetto al passato.

Soprattutto il primo punto rappresenta per il Nord oramai una necessità. La crisi economica derivata dall'assurda politica militarista di Pyongyang ha prosciugato del tutto le già esauste casse statali, e il regime guidato dal "giovane maresciallo" Kim Jong-un ha bisogno di tutta la valuta straniera su cui riesce a mettere le mani. Le rimesse dei familiari all'estero permettono al governo di imporre una tassazione elevata e quindi di incassare in maniera diretta fondi stranieri.

Nella stessa ottica, il governo del Nord sta cercando un accordo per far ripartire anche le visite turistiche dei sudcoreani al monte Geumgang (o Kumgang). La montagna è considerata sacra da tutti i coreani ed è da secoli una delle mete privilegiate della popolazione. Le visite guidate, con pernottamento in alberghi di proprietà di Pyongyang, sono state interrotte nel 2008 dopo che un turista sudcoreano venne ucciso per errore da un soldato del Nord. In ogni caso, Seoul ha chiarito che del problema "si parlerà in seguito".