L'Ue contro Vientiane: reticente sulla sparizione di Sombath Somphone
Dal 15 dicembre scorso non si hanno notizie del 61enne attivista laotiano. Immagini video mostrano agenti di polizia che fermano l’uomo e lo conducono su un furgone. Il governo smentisce questa versione dei fatti; per un gruppo di parlamentari europei le autorità raccontano “ridicole bugie”. Crescono i timori per la sorte del vincitore del Nobel Asiatico nel 2005.

Vientiane (AsiaNews/Agenzie) - Cresce la pressione della comunità internazionale sul governo di Vientiane, accusato di coinvolgimento nella sparizione del 61enne attivista laotiano Sombath Somphone, di cui non si hanno più notizie certe dalla sera del 15 dicembre 2012. Un gruppo di parlamentari dell'Unione europea ha accusato la leadership comunista di raccontare "ridicole bugie" in relazione alla vicenda. E si rafforza l'opera di sensibilizzazione sulle violazioni ai diritti umani in Laos, una nazione ancora oggi spesso isolata e che di rado viene raccontata nei principali mezzi di informazione mondiali. Intanto si rafforza il controllo delle autorità sui media e sulle attività dei membri della società civile.

A quasi nove mesi di distanza dalla sparizione, non vi sono novità sostanziali sulla sorte di Sombath Somphone e a nulla sono valsi gli appelli di organizzazioni pro diritti umani e la visita ufficiale di tre diverse delegazioni dell'Ue a Vientiane. Come avvenuto nelle precedenti occasioni, anche in quest'ultima dei giorni scorsi la risposta dei vertici comunisti del Paese asiatico è stata laconica: nessun progresso sulla sua sorte e respinta l'offerta di aiuto "tecnico" nelle ricerche.

Commentando l'incontro, il capo della spedizione europea - il danese Soren Bo Sondergard - ha parlato di "reticenza del governo" nella ricerca della verità e di "ridicole bugie" fornite al posto di spiegazioni plausibili. Attivisti e operatori umanitari credono che l'attivista sia stato prelevato da uomini legati ai reparti della sicurezza, dietro comando delle autorità infuriate per il ruolo ricoperto da Sombath lo scorso anno in occasione del Forum delle genti di Asia ed Europa. L'evento ha rappresentato uno spazio di apertura politica e sociale inimmaginabile, in una nazione in cui la società e il dibattito pubblico sono sotto stretta sorveglianza delle autorità.

Fonti locali parlano di una campagna denigratoria promossa dai vertici del Laos People's Revolutionary Party (Lprp) contro il leader e attivista, per arginare la sua battaglia politica e sociale a favore della popolazione. E per avallare questa tesi, le autorità hanno dichiarato che dietro la sparizione vi possono essere "dissidi personali" o "diverbi in qualche affare o altre ragioni simili", escludendo con forza la matrice politica e istituzionale.

Sombath Somphone, originario della provincia di Khammouan dove è nato il 17 febbraio 1952, è un celebre attivista, educatore e ambientalista laotiano; egli gode di fama internazionale per la sua attività a sostegno delle comunità di contadini, oltre che essere esponente di spicco della società civile laotiana. Dopo aver studiato negli Stati Uniti, è tornato in patria dopo che questa ha ottenuto l'indipendenza e ha dedicato il proprio impegno alla promozione di sistemi di agricoltura sostenibile e per la sicurezza alimentare. La sua opera gli è valsa pure, nel 2005, l'assegnazione del Premio Ramon Magsaysay, istituito dalla medesima Fondazione e conosciuto come "il Nobel asiatico".

La sera del 15 dicembre 2012 l'attivista è stato rapito mentre stava percorrendo una delle strade della capitale, Vientiane. Alcune immagini catturate da una telecamera a circuito chiuso mostrano una figura che sembra quella di Sombath Somphone - anche se il governo comunista, al potere in Laos dal 1975, smentisce con forza -, che viene fermata da un manipolo di agenti della polizia e portato via a forza a bordo di un pick-up. Da allora non si hanno più sue notizie.