La Chiesa celebra una “messa per la vita” dei Quattro grandi fiumi
di Joseph Yun Li-sun
L’esecutivo di Lee Myung-bak ha devastato il bacino idrico della nazione. I cattolici chiedono al governo della Park di far tornare le cose com’erano e di aprire un’inchiesta per capire chi ha lucrato sul progetto. Vescovo emerito di Suwon: “Il Paese deve poter respirare di nuovo”.

Seoul (AsiaNews) - La Chiesa cattolica, insieme alle altre religioni coreane, a professori universitari e ad attivisti per l'ambiente chiede al governo della Corea del Sud che i fiumi e i ruscelli che facevano parte del Progetto dei Quattro grandi fiumi tornino al loro status naturale. E vogliono che i responsabili di questo programma vengano indagati per i danni compiuti.

L'Alleanza cattolica "Fermiamo il progetto dei quattro grandi fiumi" ha celebrato ieri una messa per la pace e per la vita nel monastero francescano della contea di Yangpyeong, nella provincia Gyeonggi. L'Alleanza ha celebrato messe simili presso la fattoria organica di Paldang Dumulmeori per 930 giorni consecutivi.

Il Progetto, lanciato nel 2007 dal governo di Lee Myung-bak, prevede una serie di iniziative e di scavi nei pressi dei quattro principali corsi d'acqua del Paese. Uno di questi, il Grande Canale, è stato già sconfessato nel 2008 dalla diocesi di Incheon. Il Canale prevede la creazione di una "autostrada acquatica" per unire Seoul a Busan: in pratica, si tratta di uno scavo pari a 540 chilometri che metterebbe in comunicazione i fiumi Han e Nankdong.

Secondo i critici, il piano mette a rischio le risorse di acqua potabile e l'equilibrio ecologico del Paese. Per l'allora governo, invece, rappresentava un'occasione "unica" per liberare le autostrade dal trasporto merci e per rinnovare il mercato del turismo. In ogni caso, l'esecutivo ha stanziato circa 13 miliardi di euro per il programma. Per gli oppositori, si tratta di "denaro sprecato". Il progetto è stato dichiarato completato dal presidente Lee il 21 ottobre 2011.

Nel corso della messa, l'Alleanza ha annunciato che sta per lanciare un movimento di portata nazionale per condannare proprio l'ex presidente Lee e gli altri funzionari dietro al Progetto, per ottenere che i fiumi tornino al loro stato naturale. A celebrare la funzione c'era il vescovo emerito di Suwon, mons. Choi Deok-gi.

Nel corso della sua omelia, mons. Choi ha detto: "Sotto l'attuale amministrazione, la Commissione di controllo e ispezione ha pubblicato un rapporto che definisce il Progetto 'un errore', ma qualunque sia la ragione dietro a questa scelta non sono stati presi dei provvedimenti. E questo è frustrante per il popolo coreano. Il Progetto sta strozzando il Paese. Chiediamo al governo di Park Geun-hye di agire per far tornare i fiumi come erano, in modo che la nazione possa respirare di nuovo".