La Chiesa libanese e i profughi siriani pregheranno insieme al papa per la pace
Le comunità maronite invitano tutto il Libano ad accogliere l’appello di Francesco e annunciano la partecipazione alla veglia del 7 settembre. Issam Bishara, responsabile dell’agenzia papale per il sostegno umanitario e pastorale in Medio Oriente (Cnewa), racconta ad AsiaNews la drammatica condizione dei profughi siriani: “Il Paese è sull’orlo del collasso”.

Beirut (AsiaNews) - Il Consiglio dei vescovi maroniti, riunitosi questa mattina a Beirut, accoglie con entusiasmo il "grido di pace" lanciato da Francesco e invita tutti i libanesi a stringersi attorno alla Siria. Lo riferisce ad AsiaNews Issam Bishara - responsabile dell'agenzia papale per il sostegno umanitario e pastorale in Medio Oriente (Cnewa) - annunciando che "sabato 7 settembre, in concomitanza con la veglia di Roma, in tutte le chiese del Libano avrà luogo una notte di preghiera e contrizione per i profughi siriani".

Le cifre prodotte dall'Alta commissione per i rifugiati presso le Nazioni Unite stimano in Libano la presenza 700mila sfollati, ai quali va aggiunta una quantità indefinita di non registrati. Secondo il Presidente libanese Michel Suleiman, che nei giorni scorsi ha manifestato la propria contrarietà a un intervento americano in Siria, i rifugiati nel Paese sarebbero almeno un milione, con un flusso continuo e inarrestabile di migliaia ogni giorno. "Il 21 agosto - racconta Issam Bishara - quando i governi occidentali hanno annunciato un attacco armato contro Damasco, la Sicurezza Generale libanese ha calcolato l'ingresso di 13mila profughi siriani in sole 24 ore".

"Una tale mole di sfollati - prosegue il responsabile della Cnewa -  in un Paese da 4 milioni di abitanti, che ospita già 400mila rifugiati palestinesi e almeno 500mila lavoratori immigrati siriani rischia di far degenerare la crescente tensione politica ed economica in forti spaccature sociali".

Nei giorni scorsi, il quotidiano libanese al-Akhbar - considerato vicino ad Assad e agli Hezbollah - ha diffuso la notizia che l'armata siriana avrebbe mobilitato i riservisti, messo le unità missilistiche in uno stato d'allerta senza precedenti e rafforzato il legame operativo con il 'Partito di Dio'. Fonti locali, hanno poi riferito ad Afp che da almeno 5 giorni a questa parte, Hezbollah avrebbe richiamato alle armi i propri uomini, molti dei quali sono già spariti dai villaggi e non risultano più rintracciabili sui telefoni cellulare.

Issam Bishara spiega che "se un'azione di Hezbollah è in corso, sta avvenendo nella massima segretezza". E aggiunge: "In seguito alle due autobombe esplose nei quartieri meridionali di Beirut, a predominanza sciita, il Partito di Dio ha dato vita a una rete di controllo tra i più efficienti e capillari della regione. Oltre agli innumerevoli check point, gruppi di pattuglia dotati di unità cinofile anti-bomba controllano le strade e le abitazioni durante la notte".