Gregorio III: "Cristiani arabi in dialogo con i musulmani e contro la guerra in Siria"
Intervistato da AsiaNews, il patriarca di Antiochia parla dell'incontro "Le sfide dei cristiani arabi in Medio Oriente", tenutosi ad Amman dal 3 al 5 settembre. Organizzato dal re di Giordania, il convegno ha riunito tutte le denominazioni cristiane del Medio Oriente. Guerra in Siria, violenze contro la libertà religiosa e discriminazioni, i temi più discussi. Per il prelato "questo è un primo passo verso un dialogo interno ai cristiani e verso le comunità musulmane".

Amman (AsiaNews) -"Per la prima volta nella storia le Chiese del mondo arabo hanno parlato dei loro problemi ai musulmani e in un Paese islamico, non più solo ai governi occidentali. Questo è un primo passo verso un vero dialogo con l'islam e fra le varie denominazioni cristiane". È quanto afferma ad AsiaNews, Gregorio III Laham, patriarca greco-cattolico di Antiochia, di tutto l'Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme dei Melchiti in merito al recente incontro "Le sfide dei cristiani arabi in Medio Oriente", tenutosi ad Amman dal 3 al 5 settembre, proprio a ridosso delle votazioni al Congresso statunitense per l'attacco al regime di Bashar al-Assad che potrebbe dare il via a una crisi regionale.  

Il Patriarca sottolinea che i delegati hanno dato grande spazio al tema del conflitto siriano e alla Giornata di preghiera e digiuno per la Siria indetta dal Papa che si terrà il 7 settembre in tutto il mondo. "Ogni rappresentante religioso - spiega Gregorio III - ha diffuso nelle sue diocesi l'invito di Francesco.  Tutta la cristianità del Medio Oriente parteciperà a questa iniziativa, non solo i cattolici. Nessuno vuole questa guerra in Siria che distruggerebbe tutto il Medio Oriente, peggiorando la situazione dei cristiani". 

Gregorio III sottolinea che per la prima volta "i rappresentanti dei cristiani arabi hanno potuto parlare con grande libertà di tutti i loro problemi: discriminazioni, difficoltà di aprire chiese, scuole, rispetto dei diritti umani. Quello avvenuto ad Amman è stato un congresso cristiano, in un Paese musulmano". "Le sfide per noi sono molte - spiega il Patriarca - a partire dall'unità fra chiese diverse, che convivono nello stesso mondo".  

Convocata dal re di Giordania Abdallah II, la due-giorni ha riunito tutti i Patriarchi del Medio oriente, cattolici e ortodossi. Presenti anche delegazioni dal Vaticano, dalla Chiesa anglicana e protestante. Tre i saggi musulmani invitati ad assistere. 

Ideatore e regista dell'incontro è stato il principe Ghazi, cugino del re già ispiratore della dichiarazione "Una parola comune fra noi e voi", che ispirò la lettera dei 138 saggi musulmani a Benedetto XVI. Nel suo discorso di apertura, Ghazi ha stigmatizzato i recenti attacchi alle chiese, osservando che "i cristiani arabi sono presi di mira in alcuni Stati - per la prima volta da centinaia di anni - per il solo fatto di essere cristiani e non soltanto per il generale sconvolgimento che travaglia la regione a partire dal 2011".

Il principe ha parlato anche delle aspirazioni del mondo arabo: "La democrazia a cui dobbiamo aspirare non è arrivare al potere attraverso le urne perché la maggioranza possa reprimere la minoranza. Questa è la dittatura della moltitudine, è demagogia e ingiustizia, vuol dire consolidare le divisione e dare inizio a guerre civili e settarie".