New York (AsiaNews) - Le Nazioni Unite hanno "prove convincenti" che sia stato usato del gas sarin durante l'attacco missilistico avvenuto il 21 agosto scorso contro i civili siriani residenti nel quartiere di Ghouta. Allo stesso tempo, gli investigatori Onu che hanno concluso la propria indagine in Siria si dicono "ancora incerti" sugli altri 14 presunti attacchi chimici che sarebbero avvenuti nel Paese dal settembre 2011. È il contenuto dell'atteso Rapporto consegnato questo pomeriggio da Ake Sellstrom (capo della Commissione Onu inviata a Damasco) al Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon.
Nel testo si legge che "i reperti chimici, medici e ambientali che sono stati rinvenuti forniscono prove chiare ed evidenti: l'agente nervino sarin è stato usato. Le armi chimiche sono di conseguenza in uso nel conflitto fra le parti all'interno della Repubblica araba siriana, e vengono scagliate contro i civili - bambini inclusi - in scala relativamente alta". Al momento il Segretario Onu sta dialogando con gli ambasciatori coinvolti nella questione; in serata è atteso un incontro con i media.
Nel frattempo continuano le polemiche su come affrontare la situazione. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, in un'intervista alla emittente televisiva Abc ha ribadito che Washington e Mosca "hanno lavorato insieme con l'obiettivo di evitare il caos in Siria" ma ha ricordato che per gli Usa "dietro gli attacchi c'è la mano di Assad". Parere contrario da parte del presidente russo Putin, che indica in "alcune frange del movimento ribelle" l'autore dell'attacco chimico.
A sostegno di questa tesi ci sono anche altre fonti. Un ex funzionario del Dipartimento americano della Difesa, Michael Maloof, sostiene infatti che "fonti militari Usa confermano che del gas sarin è stato confiscato all'inizio dell'anno al Fronte Jabhat al-Nusra, il più influente fra i gruppi che compongono l'esercito islamista in campo in Siria". Secondo Maloof, che ammette però di 'prendere con le pinze' queste informazioni, "il gas sarin è arrivato da al-Qaeda in Iraq, che lo ha inviato attraverso la Turchia ai combattenti in Siria". Questa tesi sarebbe confermata anche da un rapporto inviato dal governo russo all'Onu.