Sparito da 16 mesi, un poeta tibetano "riappare" in carcere
Lobsang Namgyal ha scritto un volume di poesie per denunciare come vive la popolazione tibetana sotto il dominio cinese. Arrestato una prima volta nel 2008, dopo i moti di Lhasa, è sparito il 15 maggio 2012: le autorità non hanno notificato la notizia del suo arresto alla famiglia.

Chengdu (AsiaNews) - Le autorità della provincia cinese del Sichuan hanno arrestato il 15 maggio del 2012 (senza notificare nulla a nessuno) il poeta tibetano Lobsang Namgyal. L'uomo, 26 anni, aveva pubblicato un libro di poesie con lo pseudonimo Sangmig ("Occhio segreto") in cui denunciava lo stato in cui vive la popolazione tibetana sotto il dominio cinese.

Per mesi la sua famiglia lo ha cercato ovunque senza ottenere alcuna informazione. La notizia della sua detenzione, ancora in corso, è confermata dal Tibetan Centre for Human Rights and Democracy. Il poeta è già stato un anno in carcere nel 2008, quando è stato arrestato nel corso dei raid ordinati dal governo centrale dopo le rivolte di Lhasa, prima delle Olimpiadi di Pechino. Ora, dicono alcune fonti anonime, teme una nuova e più pesante condanna dato che non ha accesso ad alcuna forma di assistenza legale.

Secondo le prime accuse che gli vengono mosse, avrebbe distribuito i discorsi del Dalai Lama - proibiti in tutta la Cina - e altri "manifesti politici" a favore dell'indipendenza del Tibet. Al momento le autorità non hanno ancora permesso ai familiari di incontrarlo.