I "nuovi" 100 dollari fermano la contraffazione di valuta di Pyongyang
La Federal Reserve presenta il rinnovamento grafico della banconota "molto piĆ¹ difficile da replicare". Per il Congresso americano, ogni anno la Corea del Nord produce 45 milioni di dollari falsi: "Speriamo che il traffico diminuisca". Il regime replica stizzito: "Non avete prove".

Seoul (AsiaNews) - Il rinnovamento grafico delle banconote da 100 dollari americani deciso dalla Federal Reserve rischia di scatenare l'ennesima polemica economica e diplomatica fra Washington e Pyongyang. Presentando la nuova carta moneta, che i cambiamenti rendono "più facile da autenticare, ma molto più difficile da contraffare", il Tesoro americano ha infatti "auspicato che diminuisca quanto prima il traffico di valuta falsa dall'estero".

Anche se non è stato fatto alcun riferimento diretto, un Rapporto del Congresso indica in Pyongyang il maggior produttore di banconote false al mondo. Secondo i deputati Usa, ogni anno il regime di Kim Jong-un produce e mette in circolo almeno 45 milioni di dollari in pezzi da 100, una importante fonte di valuta straniera che contribuisce a non far implodere la delicatissima e traballante economia nordcoreana.

Lee Sung-yoon, analista che lavora presso la Tuft University, spiega: "Il fenomeno della contraffazione nasce prima della devastante carestia degli anni Novanta, che ha schiacciato del tutto le finanze nordcoreane. Il regime è forse l'unico Paese al mondo in cui la produzione di beni falsi, dalla valuta straniera al Viagra, è presente nei programmi statali".

Secondo il quotidiano conservatore sudcoreano Chosun Ilbo, un'ambasciata nordcoreana nell'Europa dell'Est ha smerciato negli ultimi 5 anni almeno 150 milioni di dollari. Per Lee "ora devono stare più attenti. Primo perché le nuove banconote sembrano davvero difficili da riprodurre; secondo perché i funzionari del Nord sono sempre controllati nei loro spostamenti all'estero".

Da parte sua, il governo di Pyongyang ha reagito sdegnato alle velate accuse americane: "L'imperialismo e la globalizzazione devastante creati da Washington - dice un comunicato della Kcna, agenzia di stampa ufficiale - non ci toccano. E prima di presentare accuse servono prove, anche se gli Stati Uniti non ne hanno".