Libano 1997: il papa "messaggero di pace e principe della carità"

Beirut (AsiaNews) – Dopo molte forzate rinunce, il papa arriva in Libano nel maggio del 1997 accolto con grande entusiasmo da cristiani e musulmani. Un milione (su una popolazione di 3 milioni) di libanesi si incontrano con il pontefice: i giovani il 10 maggio nella località di Harissa, famoso santuario mariano; il giorno seguente migliaia di persone nella messa celebrata a Beirut. Uno striscione proclama Giovanni Paolo II "re e messaggero di pace, principe della carità".

La visita di Giovanni Paolo II a Beirut – la prima di un papa in terra libanese - diventa anche una possibilità di manifestazioni pubbliche contro l'occupazione della Siria e di Israele, visto che dalla fine della guerra è vietata ogni protesta pubblica.

Il papa firma a Beirut l'esortazione apostolica post-sinodale "Una speranza nuova per il Libano" che conclude il Sinodo della Chiesa libanese svoltosi a Roma nel 1995. Nel documento il papa afferma che, dopo la lunga guerra civile (1975 – 1991), ora "la costruzione del Libano è possibile" se vissuta nel "perdono" e nella "riconciliazione". Il pontefice si appella all'impegno sia dei cristiani sia dei musulmani che nel paese dei cedri per lungo tempo hanno dato esempio di convivenza pacifica.

Alla Chiesa libanese Giovanni Paolo II chiede un rinnovamento per una rinnovata missione evangelizzatrice: più impegno per l'unità e meno confessionalismo, un forte impegno nella carità, nell'educazione e nell'informazione, una maggior testimonianza nella vita politica e nella protezione dei diritti umani. Il papa invita i cristiani a mettere a disposizione della missione universale le loro risorse, tra le quali anzitutto la loro particolare tradizione orientale. (LF)