Caritas Filippine: la tragedia del tifone Haiyan, occasione per vivere “lo spirito del Vangelo”
La coordinatrice dell’Unità di emergenza sottolinea le manifestazioni di solidarietà da parte della popolazione. Persone colpite dal terremoto di ottobre offrono aiuti e beni alle popolazioni investite da Yolanda. La vicinanza di Papa Francesco “ci ha reso orgogliosi di essere cattolici”. Il cardinale di Manila ha indetto una giornata di digiuno e preghiera per il 16 novembre.

Manila (AsiaNews) - Il tifone Haiyan e le altre tragedie che hanno colpito le Filippine negli ultimi quattro mesi "potevano annichilire lo spirito" del suo popolo e "rubarne l'animo". Tuttavia, la "solidarietà" e la "vicinanza di Papa Francesco" sono state "fondamentali: la sua attenzione, le sue parole ci hanno reso orgogliosi di essere cattolici, di vivere appieno lo spirito del Vangelo". È quanto afferma ad AsiaNews Jospehine Ignacio, coordinatrice dell'Unità di emergenza allestita dal segretariato nazionale di Giustizia e Pace della Conferenza episcopale (Cbcp-Nassa), per le vittime di Yolanda, come è stato ribattezzato il tifone nelle Filippine. La responsabile Caritas, in prima fila nelle coordinare le operazioni di emergenza, sottolinea la solidarietà e la vicinanza emerse in questi giorni fra la popolazione, definendole "uno degli aspetti più significativi di tutta questa tragedia".

Il tifone Haiyan ha distrutto una fascia di territorio lunga 600km e fatto già oltre 2300 vittime. Il governo filippino deve fare i conti con il più devastante disastro naturale della sua storia: 3.422 i morti registrati (anche se dati Onu delle ultime ore parlano di almeno 4.500 vittime); 3853 feriti; 11,5 milioni di persone colpite; 545mila sfollati; 240mila case distrutte; 4,1 miliardi di pesos (94,2 milioni di dollari Usa) di danni alle infrastrutture e ai raccolti agricoli.

Le persone hanno bisogno di "cibo e attrezzi per la cucina" spiega Jospehine Ignacio, perché "il tifone ha spazzato via tutto". Poi servono anche "centri di accoglienza e acqua potabile, perché non c'è più nulla". La responsabile Caritas racconta che "è difficile trovare una zona del Paese che in questi ultimi quattro mesi non sia stata investita da una tragedia", in una nazione che ha registrato il passaggio di tre tifoni e un devastante terremoto. Tuttavia, prosegue, "dalla vicina Bohol [epicentro del sisma dell'ottobre scorso, ndr] mandano aiuti, beni e oggetti di prima necessità per le aree colpite dal tifone".

La coordinatrice dell'Unità di emergenza aggiunge che "vi sono 11 diocesi e diverse province impegnate nella raccolta e nella distribuzione". La Chiesa "sta facendo molto" a livello di diocesi e parrocchie, le manifestazioni di solidarietà "sono molte e questo è uno degli aspetti più significativi". Per quanto concerne il numero delle vittime, invece, l'attivista invita alla cautela "perché è difficile avere un quadro chiaro della situazione". I dati del governo, conclude, si basano sui corpi effettivamente recuperati, ma "vi sono ancora moltissimi cadaveri sotto le macerie. Il numero è di certo superiore ai 2.500 di oggi [in un primo momento si è parlato di 10mila vittime nella sola Tacloban, ndr], ma servirà tempo per avere un'idea precisa della portata della tragedia".

Intanto l'arcivescovo di Manila, card Luis Antonio Tagle, ha indetto una giornata di digiuno e preghiera, in solidarietà alle vittime del tifone. In una lettera inviata al clero diocesano, ai religiosi e alla comunità dei fedeli, il porporato ha chiesto a tutti di trascorrere l'intera giornata di domani in penitenza, raccoglimento e astinenza. L'iniziativa, chiamata "Giorno del Pianto e della Speranza: solidarietà attraverso la preghiera", esprime il senso di comunione e solidarietà emerso in questi giorni fra la popolazione filippina.

Lo stesso card Tagle guiderà una preghiera comune e l'ora di adorazione alle 8 di sera, presso la parrocchia di San Fernando de Dilao a Manila. "Siamo una cosa sola - ha sottolineato il porporato - con i nostri fratelli e sorelle che soffrono. Voi non siete, e non sarete mai soli". L'arcivescovo della capitale filippina rilancia infine l'impegno alla raccolta di fondi e alla donazione di beni e oggetti per gli sfollati, nel tentativo di alleviare le sofferenze delle vittime di Haiyan/Yolanda. In mezzo alle calamità e alle tragedie, ciascun dovrebbe pensare meno a se stesso, conclude il cardinale, e più a "consolare e abbracciare i propri vicini".(DS)