Ginevra: arrivati tutti i ministri degli Esteri per l’accordo sul nucleare iraniano
Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Cina, Francia e Germania sono nella città svizzera per l’ultima fase dei colloqui. Secondo indiscrezioni, i 5+1 hanno accettato la posizione di Teheran sull’arricchimento dell’uranio. Il vice ministro iraniano degli Esteri: “Siamo vicini a un accordo”, ma “non confermo, né nego perché i colloqui non sono ancora terminati”.

Ginevra (AsiaNews) - I ministri degli Esteri di Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Francia, Cina e Germania sono a Ginevra per discutere un accordo nucleare con l'Iran. L'arrivo nella città svizzera dei ministri del Gruppo 5+1 (il Consiglio di sicurezza Onu più Berlino) lascia intendere una possibilità concreta di trovare un punto di incontro tra le due posizioni. Fonti "informate" di Press Tv, network iraniano, sostengono che ieri le sei "potenze" hanno accettato il diritto rivendicato da Teheran di arricchire l'uranio. Seyyed Abbas Araqchi, vice ministro iraniano degli Esteri per gli affari legali e internazionali, ha commentato queste indiscrezioni dicendo di "non poter confermare, né negare" che le divergenze siano state risolte "perché i colloqui non sono ancora terminati".

Per il momento, le due posizioni restano invariate. L'Iran chiede di poter arricchire l'uranio delle proprie centrali e nega con fermezza di stare sviluppando armi nucleari. I 5+1 sperano invece di convincere Teheran a congelare la produzione di uranio arricchito al 20%, in cambio di un alleggerimento delle sanzioni economiche.

Dall'inizio di questo terzo summit sul nucleare iraniano, la Francia sembrava essere l'unica sostenitrice della linea dura delle sanzioni e dell'isolamento. Al suo arrivo a Ginevra però, Laurant Fabius - ministro degli Esteri - ha dichiarato: "Voglio un accordo, un solido accordo. Sono qui per lavorarci fino alla fine".

Intanto, Teheran mantiene toni cauti. Sempre Araqchi ieri ha affermato di essere "più vicini a un accordo", aggiungendo però che "nonostante i progressi fatti oggi, restano alcune questioni" da entrambe le parti.