Caritas Filippine: programmi di lungo periodo per le vittime del tifone Yolanda
Dopo i primi interventi per l’emergenza, Nassa e Caritas internazionale studiano progetti di ripristino per le aree più colpite. Particolare attenzione è dedicata all’opera di prevenzione, con il lancio di un piano per il primo quadrimestre 2014. Il presidente dei vescovi invita volontari e fedeli a leggere e “applicare” l’Evangelii Gaudium.

Manila (AsiaNews) - Dopo la risposta immediata all'emergenza, Nassa e Caritas internazionale stanno elaborando un progetto congiunto di lungo periodo per il ripristino delle aree martoriate dal passaggio del tifone Haiyan (ribattezzato Yolanda nelle Filippine) lo scorso 8 novembre. In un incontro tenuto nei giorni scorsi nell'arcivescovado di Cebu, i responsabili della Caritas filippina (il National Secretariat for social Action - Justice and Peace, Nassa) e un gruppo di colleghi della sezione internazionale hanno studiato "un programma dettagliato di recupero e reinserimento"; l'iniziativa dedica inoltre particolare attenzione "all'opera di prevenzione sul territorio e alla riduzione dei rischi" legati a calamità naturali, e verrà lanciato "nel primo quadrimestre del 2014".

P. Edwin Gariguez, segretario esecutivo Nassa, ha spiegato le strategie di coordinamento degli interventi nelle diocesi colpite, quale sarà il ruolo dei coordinatori a livello diocesano, e come sarà possibile accelerare il processo di ripristino. "La nostra priorità - ha aggiunto - sono le diocesi di Palawan, San Jose de Antique, Jaro, Kalibo, Capiz, Cebu, Calbayog, Palo e Borongan".  

Intanto mons. Broderick Pabillo, direttore nazionale Nassa, ha chiesto ai prelati e ai responsabili delle diocesi più colpite da Yolanda di illustrare la situazione e fare un elenco delle priorità, al fine di programmare al meglio gli interventi. Durante l'incontro si sono analizzate anche le modalità di intervento e recupero delle altre nazioni, in casi analoghi di disastri o calamità naturali.

I vescovi filippini intendono procedere con le operazioni di assistenza e aiuti, basandosi sulle direttive tracciate da Papa Francesco nell'esortazione apostolica "Evangelii Gaudium". È una meditazione che scalda i cuori, ha affermato mons. Socrates Villegas, arcivescovo di Lingayen-Dagupan e neo presidente della Conferenza episcopale filippina (Cbcp), e "va applicata nella vita concreta di tutti i giorni" perché indica la via "per l'evangelizzazione nel 21mo secolo".

Abbattutosi sulle isole Visayas (Filippine centrali) lo scorso 8 novembre, Haiyan ha fatto - secondo l'ultimo rapporto Nassa diffuso ieri - 5.632 morti, oltre 26mila feriti e 1.759 dispersi. I numeri sono però una stima indicativa, perché il dato reale delle vittime potrebbe essere di molto superiore. Gli sfollati, a quasi un mese dal disastro, sono circa 3,8 milioni, appartenenti a più di 851mila famiglie. L'estensione del territorio, la sua frammentazione e la difficoltà nell'accedere in alcune aree rappresentano tuttora un serio ostacolo agli interventi. Sono quasi 11 milioni gli abitanti che hanno subito danni o perdite a vario titolo, sparsi in 574 fra municipalità e città diverse. Il Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere) ha lanciato una raccolta fondi per aiutare i sopravvissuti.