Bangladesh, impiccato il "macellaio" di Mirpur. Violenze contro la comunità indù
di Sumon Corraya
Con la conferma della Corte suprema, Abdul Quader Mollah, leader del partito islamico (Jamaat-e-Islami) è stato impiccato nel carcere di Dhaka per i crimini commessi durante la guerra del 1971. Le sue spoglie sono state consegnate alla famiglia per i riti funebri. Intanto, i suoi sostenitori hanno attaccato la comunità indù.

Dhaka (AsiaNews) - Abdul Quader Mollah, vice segretario generale del Jamaat-e-Islami (partito fondamentalista islamico), è stato impiccato ieri notte nella prigione centrale di Dhaka. L'esecuzione è avvenuta dopo che la Corte suprema del Bangladesh aveva confermato la condanna a morte, comminata lo scorso settembre per crimini contro l'umanità commessi durante la guerra di liberazione dal Pakistan nel 1971. Immediate le proteste - anche violente - da parte del partito e dei sostenitori.

Mollah era stato un alleato chiave delle forze pakistane di opposizione durante la guerra del 1971. Nello specifico, egli era accusato di aver pianificato una serie di esecuzioni, tra cui il massacro di Mirpur, per il quale è stato soprannominato koshai, il macellaio. Al termine dell'esecuzione, il suo corpo è stato consegnato alla famiglia, che questa mattina ha celebrato i riti funebri nel villaggio di Amirabad.

Il Jamaat ha già lanciato un hartal (sciopero) su scala nazione per il prossimo 15 dicembre. Tuttavia, la violenza dei suoi sostenitori si è già scatenata: questa mattina gruppi di fondamentalisti islamici hanno dato fuoco a case e negozi appartenenti alla minoranza indù, perché considerata "alleata" del governo. I cristiani riferiscono di "avere paura": ieri i leader della Bangladesh Christian Association hanno incontrato il ministro degli Interni, chiedendo protezione.