Pyongyang, sopravvissute alle epurazioni la moglie e la zia di Kim Jong-un
Kim Kyong-hui, sorella del defunto Kim Jong-il e moglie del "nemico dello Stato" Jang Song-taek, è stata inserita in una commissione di alto livello incaricata di organizzare i funerali di un alto funzionario del regime. La "compagna" Ri Sol-ju, moglie del dittatore, è tornata al suo fianco durante una visita alle truppe. Ma Pyongyang richiama i suoi industriali dalla Cina.

Seoul (AsiaNews) - Le epurazioni ordinate dal dittatore nordcoreano contro lo zio e la sua "cricca", definiti "nemici dello Stato" e giustiziati per alto tradimento, sembrano aver risparmiato la zia - moglie del "nemico" - e la consorte del giovane Kim Jong-un. In un primo momento, infatti, fonti dell'intelligence sudcoreana avevano definito "possibile" anche l'esecuzione di Kim Kyong-hui, sorella del defunto Kim Jong-il, e quella della "compagna" Ri Sol-ju, moglie del leader in carica sparita dai riflettori da circa 40 giorni.

Entrambe le donne sono riapparse sui media di Stato. Kim, ultima figlia vivente del "padre della patria" Kim Il-sung, è stata inserita nella lista dei funzionari che si occuperanno dei funerali di Kim Kuk-thae, presidente della Commissione di controllo del Partito dei lavoratori e "numero 5" del regime, morto lo scorso venerdì (le liste sono un modo per controllare la gerarchia del potere in Corea del Nord). Ri è invece stata fotografata insieme al marito durante una visita a un battaglione di soldati al confine settentrionale con la Cina.

Tuttavia, gli strascichi delle purghe sono ancora ben visibili. Jang Song-taek, la giustiziata  "eminenza grigia" del regime e tutore del giovane Jong-un durante il passaggio dei poteri voluto da Kim Jong-il, sembra essere infatti finito nel mirino del nipote a causa di rapporti "troppo stretti" con la Cina, dove veniva inviato con regolarità. Oggi il governo del Nord ha ordinato a tutti gli uomini di affari che si trovano in Cina di tornare a casa "immediatamente": l'ordine, sostiene l'agenzia Yonhap, sembra far parte delle "pulizie" ordinate dal giovane Kim contro i nemici veri o presunti dello Stato.

La maggior parte di questi uomini di affari si trovano a Dandong e Shenyang, le città cinesi con cui Pyongyang intrattiene i maggiori rapporti economici (quasi tutti basati sul settore estrattivo e manifatturiero). Secondo una fonte anonima, sono partiti tutti in gran fretta e senza chiudere le proprie trattative. Un'altra fonte sostiene che la prossima mossa sarà quella di richiamare a casa tutti i nordcoreani che si trovano in Cina per qualunque motivo.

Al momento Pechino è l'unico partner commerciale, economico e diplomatico rimasto alla Corea del Nord. Secondo diversi analisti, la Cina sta premendo sul difficile alleato per convincerlo a rinunciare al programma nucleare e aprire la strada delle riforme economiche sulla scia di quelle lanciate proprio nel dragone asiatico da Deng Xiaoping alla fine degli anni Settanta. Tuttavia, questo programma allontanerebbe dal potere assoluto i Kim, che come dimostrano le purghe non sembrano voler cedere lo scettro.