Cattolici di Dhaka: A Natale, proteggete le nostre chiese dai fondamentalisti
di Sumon Corraya
Dopo gli attacchi dei fondamentalisti islamici contro la minoranza indù, i cristiani vivono nella paura. Le divergenze politiche rischiano di far entrare il Paese in una nuova fase di violenze e instabilità. Secondo una ong locale, dall'inizio dell'anno gli scontri di natura politica hanno causato 433 morti e migliaia di feriti.

Dhaka (AsiaNews) - Fermare gli hartal (scioperi), garantire la sicurezza alla popolazione e proteggere le chiese del Bangladesh, affinché i cristiani possano passare il Natale in modo sereno. È la richiesta mossa al governo dai leader cattolici del Paese, spaventati dalle recenti violenze dei fondamentalisti islamici, che hanno colpito in particolare la minoranza indù. "Natale è la principale festa religiosa cristiana - ha affermato in conferenza stampa Nirmal Rozario, segretario generale della Bangladesh Christian Association (Bca) -. Anche noi in Bangladesh vogliamo celebrarlo in modo pacifico". L'incontro è avvenuto il 18 dicembre scorso a Dhaka.

La comunità cristiana teme che il Paese stia entrando in una nuova fase di violenza e instabilità, a causa dell'atteggiamento assunto dall'opposizione riguardo le elezioni generali, previste per il 5 gennaio 2014. Nelle ultime settimane violenti scontri e blocchi dei trasporti hanno paralizzato il Bangladesh. Secondo un rapporto pubblicato il 15 dicembre dalla Ain o Salish Kendro - nota organizzazione locale per i diritti umani - dal gennaio 2013 le violenze generate dagli hartal hanno causato 433 morti, 21.024 feriti e 98 ustionati.

"Per colpa dei continui hartal - ha spiegato il leader cattolico - non possiamo andare da nessuna parte. Chi vive in città non può tornare al suo villaggio per celebrare il Natale: ma tutti abbiamo il diritto di farlo".

Nirmal Rozario ha poi sottolineato che "gli attacchi avvenuti contro le comunità di minoranza ci preoccupano. Siamo i gruppi più vulnerabili, viviamo nella paura e vogliamo che la polizia protegga le chiese dagli attacchi". Inoltre, la comunità cristiana vorrebbe che la televisione e la radio nazionali trasmettessero più programmi dedicati al cristianesimo.