Attivista per i pescatori: fruttuoso l'accordo tra India e Sri Lanka
di Melani Manel Perera
Herman Kumara, invitato speciale per il World Forum for Fisher People (Wffp) e presidente del National Fisheries Solidarity Movement (Nafso), commenta ad AsiaNews i colloqui in corso tra New Delhi e Colombo. Dopo la liberazione dei pescatori detenuti, l'obiettivo รจ fermare gli sconfinamenti nelle reciproche acque territoriali.

Colombo (AsiaNews) - I governi dello Sri Lanka e dell'India hanno avviato importanti colloqui per risolvere l'ormai decennale crisi della pesca, fatta di continui sconfinamenti dei pescatori di entrambe le parti e del sistematico arresto da parte del Paese "invaso". Un primo frutto si è avuto il 15 gennaio scorso, quando New Delhi e Colombo hanno accettato di liberare i pescatori ancora detenuti. Tuttavia, resta ancora da trovare un modo per controllare il traffico marittimo tra il sud dell'India e il nord dello Sri Lanka. Secondo alcuni, le risorse indiane nella zona sono ormai esaurite, ed è per questo che i pescatori oltrepassano il limite delle acque territoriali. D'altra parte però, essi usano la pesca a strascico, che causa la distruzione dell'ecosistema srilankese - e, di conseguenza, danneggia le vite delle comunità locali. Sulla questione, AsiaNews ha intervistato Herman Kumara, invitato speciale per il World Forum for Fisher People (Wffp) e presidente del National Fisheries Solidarity Movement (Nafso), che da anni si batte per i diritti dei pescatori dello Sri Lanka.

Cosa pensa della decisione del ministero della Pesca di avviare colloqui su questa questione?

Ci sono numerosi leader nelle comunità di pescatori della Northern Province che lavorano da tempo sulla questione dei pescherecci indiani. Alcuni di loro si occupano della questione da oltre 10 anni. Ma è chiaro che il ministro è andato con i leader delle organizzazioni della pesca a lui vicini.

Per questo, è importante sottolineare che le persone che sono andate devono conoscere l'argomento, più che essere vicine al ministro della pesca.

Oltretutto, i delegati presenti al tavolo dei negoziati devono rappresentare le preoccupazioni e le aspirazioni genuine delle comunità sofferenti. Al momento, non sappiamo come stanno andando i colloqui, perché i giornali e i media non ne parlano.

Come invitato speciale per il Wffp, secondo lei quale è la soluzione per risolvere questa crisi?

Deve esserci un meccanismo di controllo per aiutare ad accomunare le risorse nel golfo di Mannar e a Palk Bay. Deve esserci un'autorità per rappresentare entrambi i Paesi, che includa pescatori, ufficiali della Marina, Guardia costiera e funzionari dei ministeri degli Esteri.

Ci sono tanti giovani istruiti nelle comunità di pesca di India e Sri Lanka, che potrebbero essere nominati guardiani del mare. I "Protettori del mare" potrebbero garantire un controllo efficace dei pescatori.

L'India dovrebbe fare meno pressione sui propri pescatori?

Fino a quanto non ci sarà una riduzione e una progressiva eliminazione dei pescherecci indiani, non ci sarà alcuna soluzione. Perché le loro acque sono già sovra-sfruttate, e per la loro sopravvivenza hanno bisogno di sconfinare nelle nostre acque territoriali. Quindi una migliore gestione delle risorse è un dovere per una soluzione a lungo termine.

Cosa pensa del rilascio dei pescatori?

Abbiamo accolto in modo favorevole l'accordo preso dai due Paesi. La liberazione di quelle persone era molto attesa dalle rispettive famiglie. Tuttavia, anche prima di questi colloqui Jeyalalitha, chief minister del Tamil Nadu, aveva annunciato il rilascio di 179 pescatori srilankesi dal suo Stato. In qualunque modo accadano, siamo felici di vedere dei risultati.