Visita del presidente turco in Siria: in vista alleanza anti-Usa?
di Jihad Issa

Damasco (AsiaNews) - Il presidente turco Ahmed Necdet Sezer sarà domani e giovedì in visita ufficiale in Siria. Si tratta di un viaggio previsto da tempo e che servirà ad avvicinare ancora di più due paesi che, dopo un periodo di relazioni bilaterali difficili, hanno moltiplicato negli ultimi tempi i segnali di buona volontà reciproca.

Tale viaggio – inizialmente di basso profilo – ha assunto una notevole importanza dopo l'assassinio dell'ex premier libanese Hariri e le pressioni internazionali sulla Siria perché ritiri le sue truppe dal Libano, come richiesto dalla  risoluzione 1559 dell'Onu.

Nei giorni scorsi Eric Edelman, ambasciatore americano in Turchia, ha detto di "sperare" che il governo di Ankara si "unisca" all'"unanime" richiesta della comunità internazionale sul ritiro immediato della Siria dal Libano.

Ma numerosi quotidiani turchi hanno chiesto al presidente Sezer di non cedere alle pressioni statunitensi: gli Usa non godono attualmente di grande appoggio nell'opinione pubblica turca a causa della guerra in Iraq. Intervistato dal canale turco della CNN Sezer - riferendosi all'appello di Edelman - ha affermato che "la Turchia non permette ad altri paesi idi nterferire nei propri affari interni".

La Turchia è favorevole al ritiro siriano dal Libano, ma si è dichiarata pure "pronta" a favorire un "miglioramento" dei rapporti di "buon vicinato" tra i paesi del Medio Oriente.

Parlando dell'imminente visita di Sezer, il presidente siriano Assad ha detto che discuterà con la controparte turca sul ruolo che gli Stati Uniti e l'Europa stanno assumendo in Medio Oriente, un ruolo che Assad ha paragonato a quello "del colonialismo".

"Noi" ha detto Assad alla CNN di lingua turca, riferendosi a Siria e Turchia "possiamo ridurre al minimo i pericoli solo se agiremo insieme. Essi [gli Usa e altri paesi europei, ndr]  hanno iniziato con l'Iraq, ora stanno minacciando la Siria e altri paesi… Gli Stati Uniti stanno cercando di interferire con gli affari della Turchia".