Sri Lanka: per la pace bisogna partire dalla riconciliazione tra tutte le religioni
di Melani Manel Perera
Circa 250 persone di ogni etnia, sesso, età, estrazione sociale e fede hanno partecipato a una conferenza su "Riconciliazione religiosa per la pace". Organizzazioni della società civile sottolineano la necessità di una convivenza armoniosa tra tutte le comunità, per superare i danni della guerra civile.

Colombo (AsiaNews) - "Per costruire vera pace in Sri Lanka deve esserci una solida riconciliazione tra tutte le comunità religiose del Paese". È quanto affermato da rappresentanti della Women's Action for Social Justice (Wasj) e del People's Health Movement (Phm). Le due organizzazioni hanno organizzato una conferenza il 13 febbraio scorso, sul tema "Riconciliazione religiosa per la pace", alla quale hanno partecipato circa 250 persone tra singalesi e tamil di ogni sesso, età, religione ed estrazione sociale. L'evento si è tenuto al Nagarodaya Centre di Borella, un quartiere di Colombo.

Padma Pushpakanthi, presidentessa della Wasj, spiega ad AsiaNews che "nel processo di sviluppo attualmente in corso, si è venuta a creare un'atmosfera che fa sentire le minoranze escluse dalle responsabilità socio-politiche, e ha aggravato la condizione delle donne. Che, da sole, costituiscono più della metà della popolazione".

Secondo le due organizzazioni questo rappresenta un problema, soprattutto perché lo Sri Lanka esce da quasi 30 anni di guerra civile e non sembra ancora aver trovato una risposta per restaurare una vera pace e armonia nella società. Per Sirimal Peiris, presidente del Phm, e Padma Pushpakanthi, tutti i leader religiosi hanno un compito importante e imprescindibile: "Creare consapevolezza e sensibilizzare la popolazione in materia di giustizia sociale, per avviare una volta per tutte una convivenza pacifica".

Tale richiesta assume maggiore importanza anche alla luce di alcune tensioni che si verificano da un anno e mezzo circa, alimentate soprattutto da alcuni gruppi radicali di buddisti singalesi, contro le minoranze cristiana e islamica. A questo riguardo il ven. Pallekande Ratanasaara Thero, un monaco buddista presente all'incontro, ha ricordato che "Buddha rispettava le altre religioni, le conosceva e pregava a volte con le loro parole. Per questo, noi buddisti non dobbiamo sottovalutare gli insegnamenti e i fedeli di altri credi religiosi".