Pyongyang, arrestato missionario cristiano: distribuiva "materiale religioso"
John Short, australiano 75enne, vive a Hong Kong da circa 50 anni. La moglie spiega: "Al momento non sappiamo dove sia né quali siano le accuse formali contro di lui. Non è un pazzo, ma una persona che ha a cuore la popolazione nordcoreana".

Hong Kong (AsiaNews) - Il governo della Corea del Nord ha arrestato un missionario cristiano di75 anni per "distribuzione illegale di materiale religioso". John Short, di nazionalità australiana, vive a Hong Kong da 50 anni: l'arresto è avvenuto lo scorso 16 febbraio, ma la conferma è arrivata solo oggi. Secondo la moglie, Short "era consapevole dei suoi rischi quando ha deciso di andare a Pyongyang".

Karen Short lavora con il marito presso la Christian Book Room di Tsuen Wan, uno dei quartieri dei Nuovi Territori. Al South China Morning Post racconta: "Ho saputo dell'arresto solo la mattina del 18 febbraio. Si tratta di un evento fuori dall'ordinario, ma noi siamo missionari cristiani. Mio marito sapeva a cosa andava incontro. Alla fine siamo tutti nelle mani di Dio, e noi siamo fermamente convinti di questo".

La Short sembra confermare le accuse del regime di Pyongyang: "Mio marito è un uomo di salde convinzioni. L'arresto è avvenuto perché portava con lui del materiale evangelico scritto in coreano. Le autorità non erano felici di questa cosa". Il missionario cristiano aveva già visitato la Corea del Nord: "La prima volta è andato con un gruppo più numeroso, via treno. Questa volta ha volato da Pechino, ma appena arrivato le autorità lo hanno interrogato più volte nel suo albergo".

Proprio durante quel primo viaggio, Short "ha tenuto un atteggiamento trasparente riguardo la sua fede. Ha letto la Bibbia senza nascondersi, anche davanti alle guide del governo durante la visita a Pyongyang. Non è un temerario, ma è animato dal desiderio di prendersi cura di quelle persone che soffrono".

La signora ha contattato il Consolato australiano a Hong Kong per chiedere assistenza, ma questo ufficio non ha contatti diretti con Pyongyang. Il caso è stato quindi girato all'Ambasciata australiana di Seoul, che al momento "sta lavorando con il Consolato svedese per capire dove si trova mio marito e quali accuse formali gli sono state mosse".