Shanghai (AsiaNews/Agenzie) Nei libri di storia che vengono usati nelle scuole cinesi è sparita buona parte del XX secolo. Nei testi non si trova alcun accenno al movimento pro-democrazia del 1989, ai milioni di morti per le carestie causate dalle errate politiche agricole portate avanti dal Partito Comunista nel periodo del Grande Balzo in Avanti; nulla nemmeno sugli attacchi dell'Armata del popolo per la Liberazione contro India e Vietnam. I libri di testo sono approvati da una Commissione politica centrale: solo con il timbro di approvazione possono essere stampati ed usati nelle scuole.
Yu Maochun, professore di storia all'Accademia navale di Annapolis (Stati Uniti), dice: "Con la costante crescita del nazionalismo cinese, gli sforzi per riscrivere la storia sono divenuti il passatempo nazionale preferito dei cinesi".
Nei testi è evidente un particolare accanimento storico nei confronti del Giappone. I libri descrivono coloro che sono morti nella guerra sino-nipponica del 1937-1945 come eroi che si sono "gloriosamente sacrificati" per la Cina. In un libro di storia dell'ottavo anno di corso, usato nelle scuole di Shanghai, i giapponesi sono definiti come "i banditi", colpevoli di "avere ucciso e ferito almeno 35 milioni di persone". Il paragrafo sulla fine della guerra dice: "Dovunque l'esercito nipponico sia passato, ha bruciato, ucciso e saccheggiato. Non c'è nefandezza che i giapponesi non abbiano compiuto". Le violente manifestazioni anti-nipponiche di questi giorni sono alimentate anche dalle critiche cinesi contro i libri di storia giapponese che nascondono i misfatti dell'Impero del Sol Levante.
Sin-ming Shaw, un ragazzo cinese che studia ad Oxford, dice: "Le distorsioni storiche contenute nei libri di testo giapponesi sembrano guidate dalla riluttanza di Tokyo ad accettare la vergogna delle gesta passate, mentre quelle cinesi sono focalizzate per preservare il ruolo comunista. Non confessare la verità è solo una calcolata mossa politica".