La Chiesa ucraina si appella al Patriarcato di Mosca: Aiutate la pace
di Nina Achmatova
Il reggente della Chiesa ortodossa ucraina (legata alla Russia) ha lanciato un appello a Kirill perché faccia il possibile per evitare la guerra, dopo che il Cremlino ha ottenuto il via libera all'uso dell'esercito. Telefonata tra il primate ortodosso russo e il presidente Turchynov.

Mosca (AsiaNews) - Il reggente della Chiesa ortodossa ucraina-Patriarcato di Mosca, il metropolita Onufry, ha lanciato un appello al primate della Chiesa ortodossa russa, il patriarca Kirill, affinché faccia il possibile per evitare spargimenti di sangue in Ucraina, dopo che il Cremlino ha ottenuto il via libera dal Senato russo all'invio di truppe. Secondo quanto appreso da AsiaNews da fonti vicine al Patriarcato di Mosca, l'iniziativa di Onufry è stata vista come "qualcosa di inedito" e "molto significativo", perché dimostra l'esistenza di posizioni diverse tra la Chiesa ucraina e quella russa e che "anche l'episcopato non è filorusso", come si sarebbe potuto pensare in passato.

Riferendosi alla possibilità che la Russa invii le sue truppe nell'ex repubblica sovietica, il 2 marzo, il metropolita di Chernivtsi e Bukovyna Onufry ha parlato di "conseguenze catastrofiche per entrambi i Paesi" e ha definito la situazione attuale in Ucraina come "la più difficile della sua storia recente". Onufry è stato eletto locum tenens della sede di Kiev dal Santo sinodo della Chiesa ucraina, che ha deciso di sostituire il metropolita Vladimir, da tempo molto malato.

All'appello di Onufry è seguita una telefonata tra Kirill e il presidente ad interim ucraino, Oleksandr Turchynov, a cui il primate ortodosso ha espresso "profonda preoccupazione per gli ultimi sviluppi" nel Paese. Kirill ha chiesto che "venga fatto il possibile per mettere fine alla sofferenza delle persone e per fermare la violenza e tutte le manifestazioni di discriminazione etnica e religiosa". Un tema, quest'ultimo, su cui sta battendo molto Mosca per giustificare il suo interventismo, "in difesa" dei russi in Ucraina. Finora, va detto, non sono stati registrati casi di reali aggressioni o intimidazioni nei confronti della popolazione russofona nel Paese. 

E mentre il Patriarca ha pregato per l'integrità e la pace in Ucraina, l'arciprete Vsevolod Chaplin, capo del dipartimento sinodale per le relazioni tra Chiesa e società del Patriarcato di Mosca, ha definito l'invio di truppe in Crimea come una "missione di pace", volta a "difendere la libertà e l'identità" della popolazione russa. Chaplin ha auspicato che i soldati "non incontrino un'efferata resistenza, che porti a scontri su vasta scala". "Nessuno vuole uno spargimento di sangue e neppure approfondire il divario che già esiste tra i fedeli ortodossi nello spazio della Rus' storica", ha detto Chaplin, riferendosi ai territori di Russia, Ucraina e Bielorussia.