Myanmar, il governo esclude i Rohingya dal censimento sulla popolazione
I membri della minoranza musulmana, almeno 800mila, potranno riconoscersi in una generica voce “Altro”. La conferma arriva dal direttore generale del Dipartimento sulla popolazione, che smentisce la presenza di un “codice identificativo” per i Rohingya. Il censimento, primo in 30 anni, si terrà dal 30 marzo al 10 aprile.

Yangon (AsiaNews/Agenzie) - I musulmani Rohingya, minoranza che vive nello Stato occidentale di Rakhine, in Myanmar, non saranno considerati come gruppo etnico a sé, nel primo censimento sulla popolazione promosso dal governo birmano in oltre 30 anni. Naypyidaw non riconosce loro un'appartenenza etnica costitutiva della nazione, smentendo le voci filtrate nei giorni scorsi secondo cui il gruppo avrebbe avuto una legittimazione giuridica. Myint Kyaing, direttore generale del Dipartimento per la popolazione del ministero dell'Immigrazione, spiega che essi potranno riconoscersi in una generica voce "Altro", specificando poi con quale "nome o gruppo" intendono essere identificati. 

Le parole del funzionario birmano giungono in contemporanea con la proposta di alcuni parlamentari Rakhine, dove i Rhongya sono da tempo vittime di violenze da parte dei buddisti arakanesi, di bloccare l'operatività delle Ong non registrate. Un disegno di legge frutto dello scontro fra il governo birmano e gli attivisti di Medici Senza Frontiere (Msf), che di recente hanno denunciato gli attacchi conto la minoranza musulmana e per questo sono stati espulsi dalla zona. 

Smentendo quanto riferito da alcuni giornali, il direttore del Dipartimento per la popolazione ha voluto "chiarire" che "non vi è alcun codice identificativo [nel censimento in programma dal 30 marzo al 10 aprile] per i Rohingya".

Attivisti e organizzazioni internazionali chiedono da tempo che essi vengano riconosciuti fra le 135 etnie che compongono l'Unione del Myanmar. 

Dal giugno del 2012 lo Stato occidentale di Rakhine è teatro di scontri violentissimi fra buddisti birmani e Rohingya, che hanno causato almeno 200 morti e 250mila sfollati. Secondo stime delle Nazioni Unite in Myanmar vi sono tuttora 800mila appartenenti alla minoranza musulmana, che il governo considera immigrati irregolari e per questo sono oggetto di abusi e persecuzioni.