Caso marò, la Corte suprema dell'India accoglie il ricorso italiano
Il più alto tribunale del Paese ha sospeso il processo, rinviandolo di quattro settimane. La difesa dei due fucilieri aveva presentato un'istanza contro l'uso - nel loro caso - dell'agenzia federale specializzata in antiterrorismo.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) - La Corte suprema dell'India ha sospeso il processo contro i marò italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accogliendo il ricorso presentato dalla difesa dei fucilieri del Battaglione San Marco contro l'uso della National Investigation Agency (Nia) per il caso. I due sono indagati per la morte di due pescatori indiani, avvenuta nel febbraio 2012 al largo delle coste del Kerala.

Secondo quanto stabilito dalla Corte suprema, il procedimento riprenderà tra quattro settimane. Il più alto tribunale del Paese ha anche inviato un avviso alla Nia - agenzia federale esperta nei casi di terrorismo - e al governo centrale, chiedendo una risposta a quest'ultimo riguardo il ricorso presentato dai marò.

Lo scorso febbraio il governo centrale aveva riferito alla Corte suprema che i due marò non sarebbero stati processati secondo la sez. 3(1)G della Convenzione sulla soppressione degli atti illegali contro la sicurezza della navigazione marittima (Convention for the Suppression of Unlawful Acts against the Safety of Maritime Navigation - Sua Act), che prevede la pena di morte come pena, ma secondo la 3(1)A, che prevede un massimo di 10 anni di prigione.

L'Italia considera la decisione presa oggi dalla Corte suprema come una conferma della sua tesi, ovvero che la Nia non ha le competenze per occuparsi di questo caso. Al contempo, l'inviato del governo Staffan de Mistura ha ribadito che Roma non riconosce la giurisdizione indiana sul caso, e per questo rifiuterà il processo e non permetterà ai due marò di presentarsi in aula.