Teologo indiano: maggior inculturazione, la diversità non si oppone all'unità della Chiesa.
New Delhi (AsiaNews) In numerose chiese in ogni stato dell'India si sono celebrate questa mattina diverse messe per il Conclave che si aprirà nel pomeriggio a Roma. Alcuni fedeli pregano per un papa indiano, ma in generale si elevano preghiere allo Spirito Santo per un pastore santo alla guida della Chiesa universale.
In occasione del Conclave padre Augustine Kanjamala, verbita, noto teologo indiano, ha condiviso con AsiaNews alcune sue opinioni sulle sfide che a suo giudizio il nuovo pontefice dovrà affrontare, in particolare riguardo l'India.
"La Chiesa cambia sempre" afferma Kanjamala, "e dopo un pontificato eccezionale come quello di Giovanni Paolo II, il nuovo papa porterà una creatività di governo e riforme teologiche nella Chiesa". In India ad esempio, paese multiculturale e società pluralistica, "sarebbe apprezzato e benvenuto un certo grado di potere ai vescovi locali". Secondo il pensatore "la collegialità fra i vescovi sarà un tema fondamentale per una nuova primavera della Chiesa".
Secondo il teologo in India bisognerebbe incoraggiare alcune riforme liturgiche "tenendo ben presente lo spirito del Concilio Vaticano II". "La diversità non si oppone all'unità" afferma Kanjamala. "L'India ha una Chiesa viva e vibrante, non si possono ignorare le varie tradizioni della gente: gli usi dei popoli dovrebbero essere rispettati e incorporati nelle liturgie".
Su una popolazione di oltre 1 miliardo di abitanti, i cattolici indiani sono 16 milioni.