Molte ombre e qualche spiraglio di luce sui colloqui di pace tra israeliani e palestinesi
L'Onu ha accettato la domanda dei palestinesi di aderire a 13 convenzioni e agenzie internazionali. Per rappresaglia Israele "congela" il trasferimento del ricavato delle tasse dovuto all'Anp. Ma Abbas si dice disponibile alla prosecuzione della trattativa e il Dipartimento di Stato Usa annuncia che "funzionari" delle due parti si sono giĆ  incontrati.

New York (AsiaNews/Agenzie) - Molte ombre e qualche spiraglio di luce sui colloqui di pace tra israeliani e palestinesi: da un lato l'Autorità palestinese ottiene l'adesione ad alcune agenzie dell'Onu e minaccia di andare avanti sulla strada verso il suo riconoscimento come Stato mentre Israele "congela" il trasferimento del ricavato delle tasse dovuto all'Anp, dall'altro il presidente palestinese si dice disponibile alla prosecuzione della trattativa e il Dipartimento di Stato Usa annuncia che "funzionari" delle due parti si sono già incontrati.

Ieri, il segretario generale dell'Onu ha accettato la domanda dei palestinesi di aderire a 13 convenzioni e agenzie internazionali. Il portavoce dell'Onu, Stephane Dujarric, ha precisato che le domande erano "in debita forma" e che le Nazioni Unite avrebbero provveduto a informare della decisione i 193 Stati membri dell'Onu.

La decisione di chiedere l'adesione - un passo nella ricerca del pieno riconoscimento dello "Stato di Palestina" - era stata presa dal presidente palestinese Mahmoud Abbas all'inizio di aprile.

L'annuncio di Abbas violava l'accordo preso nel luglio scorso, in base al quale durante i nove mesi dei colloqui di pace sponsorizzati dagli Stati Uniti - che dovevano terminare a fine aprile - i palestinesi si sarebbero astenuti dal chiedere l'adesione a organismi internazionali e a perseguire un'azione legale contro Israele, mentre lo Stato ebraico avrebbe liberato un gruppo di prigionieri palestinesi condannati a lunghe pene detentive. Ma Israele fermò il rilascio dell'ultimo gruppo di 26 prigionieri, provocando la "reazione" palestinese.

Martedì scorso, inoltre, l'ambasciatore palestinese all'Onu, Riyad Mansour, aveva aggiunto che la Palestina diventerà ufficialmente uno Stato parte di 13 delle 15 convenzioni il  2 maggio e che era pronta ad avanzare ulteriori domande di adesione ad agenzie, convenzioni e trattati a seconda delle azioni di Israele.

Ora Israele, in risposta alla mossa di Abbas, ha imposto sanzioni contro l'Autorità Palestinese, congelando la consegna delle somme raccolte per le tasse dovute ai palestinesi e annunciando limitazioni all'accesso ai depositi bancari in Israele.

Israele riscuote le tasse per conto dei palestinesi, ai quali trasferisce circa 100 milioni di dollari (80 milioni di euro) al mese, pari a due terzi del bilancio dell'Autorità.

Il capo negoziatore palestinese Saeb Erekat ha condannato la mossa come un "dirottamento" e "furto di denaro del popolo palestinese".

Ma, mentre tutto ciò fa apparire i negoziati di pace vicini al collasso, il presidente Abbas, intervistato da Asharq Al-Awsat  ha fatto sapere di essere disposto a prolungare i colloqui di pace, a patto che questi si basino sulla creazione di uno Stato palestinese con Gerusalemme Est come capitale. Da parte sua, il portavoce del dipartimento di Stato Usa Jen Psaki ha reso noto che ieri c'è stato un nuovo round di colloqui tra funzionari israeliani, palestinesi e statunitensi. La Psaki ha aggiunto che le distanze si stanno restringendo, ma ha minimizzato l'ipotesi che si stia arrivando a un accordo.