Gansu, benzene nell'acqua: la popolazione assalta i supermercati per comprare quella in bottiglia
Il governo di Lanzhou ha chiesto alla popolazione di non bere ciò che esce dai rubinetti: può provocare persino la morte. Alla base del problema ci sarebbero scarichi illegali di una fabbrica chimica della zona. Il governo centrale impotente davanti al fenomeno, sempre più endemico nel Paese.

Pechino (AsiaNews) - I residenti di Lanzhou, capitale della provincia nordoccidentale del Gansu, hanno preso ieri d'assalto i supermercati cittadini per comprare acqua in bottiglia. La corsa è stata scatenata dall'annuncio del governo di non bere acqua dai rubinetti o da altre fonti collegate al sistema idrico municipale, dato che questa "contiene livelli eccessivi di fattori chimici cancerogeni".

Alcuni esperimenti condotti nella mattinata di ieri hanno sottolineato la presenza di 200 microgrammi di benzene per litro di acqua: il livello è 20 volte superiore al limite di sicurezza nazionale. Se ingerito, questo composto può provocare vomito e convulsioni: se ci si espone per troppo tempo al contatto o se ne ingerisce una grande quantità, esso può provocare la morte.

Per cercare di calmare la situazione, il governo ha annunciato di aver introdotto nelle tubature dei filtri di carbone per assorbire l'agente chimico e ha dichiarato che l'acqua "non va bevuta, ma per tutti gli altri usi è sicura". Du Sha, specialista in tossine che lavora per Greenpeace, non è d'accordo: "Il livello di benzene è troppo alto. Non basta non bere quell'acqua, dato che può irritare la pelle e gli occhi se usata per l'igiene personale".

Alla base di questo fenomeno ci sarebbe la compagnia idrica, la cui proprietà è del governo, e della britannica Veolia Water, che possiede il 45% delle azioni e della compagnia e la gestisce. Secondo la società, il problema è dovuto a una fabbrica chimica che avrebbe scaricato i propri residui industriali in un canale nei pressi di una delle loro infrastrutture.

Il problema dell'inquinamento galoppante in Cina è molto sentito dal governo centrale, che tuttavia si scontra con la necessità di tenere alto il livello della produzione industriale. A più riprese il governo di Pechino ha promesso di contrastare la fuoriuscita di agenti inquinanti e tossici dalle aziende e dagli allevamenti, problema che riguarda vaste aree della nazione. Tuttavia, il più delle volte le rassicurazioni restano solo promesse di facciata, anche perché i funzionari locali sono più interessati a incentivare l'economia e trarre i maggiori profitti, piuttosto che a preservare l'ambiente per le generazioni future.